giovedì, 21 Novembre, 2024
Economia

Supertassa. Coro di sì. No dal Terzo Polo. Banche giù in Borsa

Chi tace acconsente? Intanto ha parlato la Borsa di Milano con tutti i titoli bancari in crollo continuo. Il giorno dopo la norma sugli extraprofitti, infilata a sopresa dal Governo nel Decreto Asset, profondo rosso per i bancari, e non solo in Italia: Bper è arrivato a cedere l’11%, Banco Bpm il 9%, Intesa Sanpaolo il 7,6%, Banca Mps il 6,9%, Unicredit il 6,2% e Mediobanca il 3,3%. In decisa flessione anche il risparmio gestito, Fineco -5,6%, Banca Mediolanum -5% e Banca Generali 2,7%.

Il calcolo delle banche

Gli operatori stimano che siano stati bruciati intorno alla decina di miliardi di euro. Forti flessioni anche per le altre borse europee per paura del contagio dall’Italia. Ma per ora solo la Spagna ha una tassa simile, adottata da inizio anno, e che finora ha portato nelle casse dello Stato circa un miliardo e mezzo e che arriverà a tre miliardi entro l’anno. Mentre il Governo inglese ci starebbe pensando.
I banchieri non hanno commentato e intanto fioccano le stime di quanto la tassa potrebbe valere: una cifra che oscilla dai tre ai dieci miliardi, ma che probabilmente sarà una via di mezzo. Comunque una specie di tassa di scopo per come l’ha messa il vicepremier Salvini che l’ha legata a misure di spesa per aiutare le famiglie a pagare i mutui prima casa e per il taglio del cuneo fiscale.

I segnali di cautela dal Governo

Il ministro dell’Economia, Massimo Giorgetti che vista la portata del provvedimento, forse, era previsto in presenza alla conferenza stampa del dopo CdM deve aver preferito passare la mano al vicepremier. Tanto che la conferenza è iniziata con la sedia vuota, poi occupata prontamente dal ministro Nordio. Segnale di cautela il silenzio da parte banchieri e dall’altra del ministro dell’Economia, per non rompere i fronti e, magari, per arrivare a un compromesso alto e nell’interesse del Paese. Anche l’altro vicepremier, Antonio Tajani, si è subito speso per difendere la norma e per ribadire che è per “aiutare le famiglie” e anche per puntualizzare che la tassa “è solo per un anno”. Silenzio anche da parte della Presidente del Consiglio.

Giorgetti aveva avvertito

Nel frattempo, a bocce ferme, e con in mezzo il ferragosto, si parleranno gli uni e gli altri. Che non ci sia stato un fuoco di fila prima della decisione, anche questo è indicativo del fatto che anche i banchieri potrebbero avere un cuore grande e solidale. Il ministro Giorgetti durante un question time aveva detto: “le banche hanno fatto registrare significativi miglioramenti sul fronte della redditività, grazie al miglioramento del margine di interesse, per effetto di un rapido adeguamento alle decisioni di politica monetaria della Bce degli interessi sul credito erogato alla clientela, che non sta trovando un altrettanto solerte adeguamento degli interessi riconosciuti alla clientela sulla raccolta. Una dinamica questa che il governo non può trascurare e non trascurerà”.

Le banche: usati concetti sbagliati

I banchieri che ieri hanno taciuto mostrando grande sangue freddo e profilo istituzionale, avevano già reagito alle uscite del ministro Giorgetti. Gian Maria Gros-Piertro, a margine del Festivaldell’Economia di Trento, spiegava che “sugli extraprofitti non tocca alle banche decidere”. Alla fine dei conti “è una decisione del Parlamento”. Anche l’ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, si era detto disponibile a pagare un contributo, definito “giusto e comprensibile”. Mentre Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione dei bancari italiani, liquidava il tutto con una battuta: “gli extraprofitti non esistono in dottrina, altrimenti esisterebbero anche le extraperdite”. E faceva notare che quando alle banche va male nessuno le aiuta se non si aiutano tra di loro. Patuelli aveva anche sfornato dei numeri sugli (auto) salvataggi: in pochi anni recenti “ci sono stati 12 salvataggi delle banche, 11 a carico di banche concorrenti e uno a carico dello Stato e una banca è finita allo Stato”. Insomma il “concetto extraprofitti è sbagliato”, ma questo non è, logicamente, un no a muso duro contro la decisione del Governo.

Famiglie indebitate, rischio tracollo

Un salto nell’altra trincea e partono altri milioni, di famiglie però: quelle indebitate sono circa 6,8 milioni, poco più della metà con un mutuo prima casa. A marzo 2023 il totale delle rate non pagate da quasi un milione di famiglie italiane ha sfiorato i 15 miliardi di euro. Chiaramente, il rialzo dei tassi imposto dalla Bce per contrastare l’inflazione non si è riversato solo sui mutui, ma più in generale sui prestiti chiesti alle banche. Da un’analisi della Fabi, la Federazione autonoma dei bancari italiani, emerge che, dei 14,9 miliardi di crediti deteriorati, 6,8 miliardi sono mutui non pagati, altri 3,7 sono rate di credito al consumo non rimborsato e altri 4,3 sono arretrati di altri prestiti personali. La distribuzione per regioni segue la quantità di popolazione. La Lombardia, il Lazio e la Campania (ovvero, Milano, Roma e Napoli) sono le regioni con più mutui e anche con più rate in sofferenza. Tra l’altro, oggi, il tasso variabile applicato, dopo il rialzi dei tassi da parte della Bce, è più alto di quello fisso: 4,25 contro 3.8 per cento. Motivo per il quale nel 2023 le richieste di mutui a tasso variabile sono crollate, rappresentando solo il 16% del mercato. Molto soddifatto del provvedimento il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi: “le risorse che si raccoglieranno vadano ai consumatori”. Plauso anche da Unimpresa, il presidente Spadafora ha ricordato che i tassi sui conti correnti ormai sono scesi a zero.

Tutti d’accordo tranne il Terzo Polo

IIntanto la misura a, mezza, sorpresa supera i normali schieramenti parlamentari. Praticamente, quasi, tutti d’accordo, da destra a sinistra tranne il Terzo Polo: la senatrice Fregolent ha detto che è la “solita estate che fa male a Salvini” perché non si rende conto che quelli tassati “sono risparmi degli italiani” e il deputato, sempre di Azione-Italia Viva, Marattin ha rincarato associando il Governo a un Politburo diventato “il governo di Fratoianni” (leader di Sinistra Italiana). La Lega ieri mattina ha convocato una riunione di parlamentari proprio sul tema economia dove si è detto “giusto l’intervento sulle banche”. “Bene ha fatto il governo a fare quello che né Conte, né il Pd avevano fatto”, chiosa Raoul Russo, senatore, di Fratelli d’Italia. Giuseppe Conte, leader dei 5Stelle praticamente si intesta il provvedimento e rivolto al centrodestra dice: “criticano, snobbano e ci assuano di demagogia. Poi non riescono ad emmetterlo, ma devono darci ragione”. Antonio Misiani, responsabile economico del Pd, lo stesso: “Il Partito democratico da settimane chiedeva al governo di intervenire per aiutare le famiglie e le imprese a fronteggiare il caro-mutui. Avevamo presentato una proposta di legge in Senato, dettagliando le nostre idee, e una mozione alla Camera chiedendo di finanziare questi interventi anche con un contributo straordinario di solidarietà sulle banche in relazione al differenziale dei tassi di interesse”.

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