sabato, 5 Ottobre, 2024
Attualità

Patrick Zaki libero. “Voglio tornare il prima possibile in Italia”

Da oggi Zaki è ufficialmente un uomo libero dopo essere stato graziato ieri dal Presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi che ha annullato la condanna a tre anni di galera per false notizie e destabilizzazione della sicurezza nazionale. A comunicare la sua ‘libertà’, la pagina Facebook ‘Patrick Libero’. Subito dopo essere stato rilasciato dal carcere di Gamasa, a Damietta, il ricercatore dell’università di Bologna ha abbracciato i genitori George e Hala, la compagna Reny e la sorella Marise. Ad attenderlo anche un nutrito gruppo di giornalisti. “Voglio tornare in Italia il prima possibile, tornare a lavorare con i miei colleghi all’Università di Bologna”, le sue prime parole. Poi è passato ai ringraziamenti a chi, in tutti questi anni, si è impegnato sulla sua vicenda processuale conclusasi con la sua scarcerazione. Al momento però non si sa quando Patrick arriverà in Italia.

Una vicenda iniziata nel 2020

Il 7 febbraio 2020, nell’intento di tornare in Egitto per fare visita ai parenti, dopo l’atterraggio all’aeroporto del Cairo, viene catturato dagli agenti dei servizi segreti. Per circa 24 ore non trapelano sue notizie né ai familiari né ai media. La notizia del suo arresto viene divulgata successivamente dall’Egyptian Initiative for Personal Rights  9 febbraio. La polizia egiziana, al contrario, nel verbale d’arresto scrive che Zaki è stato arrestato l’8 febbraio a un posto di blocco nel quartiere Jadyala a Mansura. I capi d’accusa formulati nel mandato d’arresto: minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di false notizie, propaganda per il terrorismo. Nello specifico gli vengono contestati alcuni post su Facebook. Secondo il suo avvocato viene bendato e torturato per 17 ore consecutive con colpi allo stomaco, alla schiena e con scariche elettriche inflitte dalle forze di sicurezza egiziane. Torture smentite dalla Procura Generale di Mansura. Dopo i 22 mesi di custodia cautelare in prigione in Egitto, era a piede libero dal dicembre 2021.

Nessun baratto con il caso Regeni

‘Graziato’ Zaki, ci saranno sviluppi ora su Giulio Regeni? Per il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervistato da Radio 24, “continueremo a chiedere che si faccia luce sulla vicenda come abbiamo sempre fatto, abbiamo messo sullo stesso piano le due questioni”. Il vicepremier però non vuole sentire parlare di baratto o trattativa sottobanco per arrivare al lieto fine per il ricercatore: “Questo governo è stato in grado di far tornare in Italia un giovane che rischiava di stare ancora un po’ di tempo in carcere, poi si può dire ciò che si vuole. Siamo persone serie”. Sul tema Regeni è intervenuta anche la Segretaria del Partito democratico Elly Schlein: “Continueremo a lottare per avere piena verità e giustizia su quanto accaduto a Giulio, che è stato torturato e ucciso”.

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