Mare e montagna, lago e campagna, l’Italia dell’esodo estivo ha ceduto il posto da tempo a vacanzieri diffusi per tanti microperiodi. Eppure dopo il Covid, con la digitalizzazione, con la guerra in Europa, con l’inflazione e non solo il caro biglietti, con le ondate di calore che si fanno sempre più lunghe e persistenti, si assiste a un ritorno della casa della villeggiatura che dovrebbe e potrebbe essere un luogo di inclusività, perché evoca quella cellula sociale, regina della sostenibilità, che è la Famiglia. Questo nuovo protagonismo della casa di villeggiatura può dare pure una seconda chance al riequilibrio centro/periferia. Insomma può far bene a tutti, il luogo di villeggiatura a patto però che tenga conto realmente delle diverse esigenze, dei diversi beneficiari in termini di età e interessi. Ed è qui che voglio portare la riflessione.
La società degli anni 60/80, quando la villeggiatura nacque e si assestò come fenomeno sociale (ricordate l’espressione “esodo estivo”), era legata a un Paese giovane che si faceva carico dei propri anziani ancorati alle tradizioni e ai luoghi, ancor prima che alle proprie malattie. Ora i nostri anziani sono un universo sociale complesso che tende ad respingere la stessa definizione di “anziano” rimandandola nel tempo e legandola alle capacità di autosufficienza economica e motoria. Ci sono cosi anziani ricchi e poveri dove salute e denaro sono i discriminanti. La società pare appena ricordare chi non sta in salute ma non pare interessata a includere chi non ha strumenti di reddito. A noi dovrebbe interessare la persona e il suo sviluppo integrale. E il dono della vecchiaia, della vita lunga tante volte è capace di rivelare il tesoro della conoscenza, della Verità e della Vita. Non è un discorso religioso.
Ma sono espressioni chiare solo a chi ha avuto nella vita la possibilità di ascoltare e vivere l’esperienza di un anziano e di un malato. Sono queste Lezioni di Vita. Ma pure Lezioni di Sostenibilità. In cui la ricchezza di ciascuno diventa tesoro collettivo che richiede redistribuzione di doni e di Speranza, di attenzioni e affezioni, (di Carità e di Misericordia). Nell’attesa che arrivi, per tutti, quel fine vita (e noi “non sappiamo l’ora”) che è demandato solo a un luogo… “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole”.
I prezzi al mare, lettini e ombrelloni, i prezzi nei ristoranti e negli alberghi in moltissimi casi stanno facendo la scelta che mi piace chiamare “Miami Mykonos”: inseguimento dei miliardari, nessun servizio base ma tanti vizi assecondati e resi possibili da una strategia che tende a sedurre addomesticare se non annebbiare la mente del turista più che a puntare all’emozione e alla partecipazione consapevole e responsabile. E così la sostenibilità diventa solo un altro fiocco, un’altra medaglia da esporre in una logica di Greenwashing arida e ingiusta.