Fino a questo momento l’estate è stata caratterizzata da temporali improvvisi, bombe d’acqua e temperature accettabili. Ma non dobbiamo illuderci, sono in arrivo, infatti, le temperature tropicali cui ci siamo abituati negli ultimi anni, con tutte le conseguenze del caso. Tra il 1980 e il 2021 gli eventi meteorologici e climatici estremi hanno causato in Europa perdite economiche stimate in 560 miliardi di euro, di cui solo 170 miliardi (il 30%) erano assicurati. Quasi 195.000 vittime sono state causate da inondazioni, tempeste, ondate di caldo e freddo, incendi boschivi e frane. “Con il nostro clima che cambia – scrive l’European environment agency (EEA) nel suo Rapporto ‘Extreme summer weather in a changing climate: is Europe prepared?’ -, il tempo in Europa sta diventando più estremo. Cosa potrebbe portare quest’estate in termini di ondate di caldo, siccità, inondazioni e incendi boschivi? Le prospettive generali sono pessimistiche, come abbiamo già visto lo scorso inverno e primavera. Questo rende cruciali l’adattamento e una migliore preparazione ai cambiamenti climatici”.
L’estate 2022 la più calda in assoluto
Se si osservano le analisi delle serie storiche, le prospettive anche per l’estate 2023 non sono delle migliori. Le ondate di caldo pericolose per il nostro benessere stanno diventando più frequenti, più lunghe e più intense e continueranno a esserlo secondo tutti gli scenari climatici. L’EEA, infatti, avverte che “nell’Europa meridionale potrebbero esserci più di 60 giorni estivi durante i quali le condizioni saranno pericolose per la salute umana, il che significa un numero maggiore di decessi aggiuntivi e ricoveri ospedalieri, soprattutto tra anziani e malati, a meno che non vengano prese misure di adattamento”. Secondo il Rapporto in tutta Europa la precedente estate è stata la più calda mai registrata nel Continente, in termini di temperatura media massima, con circa 10°C in più rispetto alle tipiche temperature estive. 53.000 (+16%) sono stati i decessi imputabili al caldo in eccesso e l’intera Europa ha vissuto la peggiore siccità degli ultimi 500 anni, con gravi ripercussioni sia sulla società che sulla natura. Gli incendi hanno colpito più del doppio della superficie media di terra rispetto agli ultimi anni. Ai possibili rischi cui potremmo andare incontro anche quest’anno vanno aggiunte la possibilità di nuove malattie dovute alle diverse condizioni ambientali e un ritorno della malaria o della dengue trasmessa dalla zanzara Aedes albopictus, comunemente nota come zanzara tigre, che sembra aver colonizzato la Francia.
Bisogna costruire una società diversa
Lo scopo della pubblicazione dell’EEA è fornire informazioni e dati aggiornati per sensibilizzare i decisori e il pubblico sull’urgente necessità di affrontare il cambiamento climatico e sostenere gli sforzi del Governo in corso per mettere in atto misure di mitigazione del clima e costruire una società più preparata. La crescente vulnerabilità della popolazione europea, a causa dell’invecchiamento e dell’urbanizzazione, richiede l’attuazione urgente di iniziative per prevenire la perdita di vite umane.
“Dal 2018, più della metà dell’Europa è stata colpita da condizioni di estrema siccità sia in inverno che in estate – ricorda il report EEA –. La siccità del 2022 ha ridotto sostanzialmente i raccolti di colture come mais, soia o olio d’oliva. Un altro inverno secco non fa ben sperare per questa estate e le prospettive sono pessimistiche. L’inverno eccezionalmente secco e caldo ha comportato un basso manto nevoso e ha portato a poca umidità del suolo, basse portate dei fiumi e ridotto accumulo di acqua nei bacini idrici nella maggior parte dell’Europa meridionale e occidentale”. E le proiezioni climatiche a lungo termine non sono più confortanti: nel corso del XXI secolo l’Europa meridionale e centrale diventerà ancora più secca e calda, con conseguenze devastanti per il settore agricolo