domenica, 6 Ottobre, 2024
Salute

Il fumo uccide 8 milioni di persone l’anno

Il tabacco fa male non solo a chi lo fuma. Il ruolo di queste coltivazioni nell’agricoltura e nella sicurezza alimentare sta assumendo un’importanza notevole perché causa danni ecologici a lungo termine e contribuisce ai cambiamenti climatici, in particolare nei Paesi a basso e medio reddito, dove la dipendenza dalla coltivazione del tabacco è spesso un ostacolo per l’adozione di pratiche agricole più sostenibili.  Attualmente, il tabacco viene coltivato in oltre 125 Paesi, su un’area stimata di 4 milioni di ettari. L’edizione 2023 della Giornata mondiale senza tabacco, celebrata ogni anno il 31 maggio, si prefigge in particolar modo di incentivare e coinvolgere almeno 10.000 agricoltori mondiali a lasciare la coltivazione del tabacco e spingere i Governi e i responsabili politici a sostenerli attraverso la creazione di ecosistemi di mercato per colture alternative. Questi nuovi raccolti, non solo costituiranno sostentamento per le famiglie, ma contribuiranno anche a fornire cibo a milioni di persone in tutto il mondo, consentendo così agli agricoltori di liberarsi dal circolo vizioso della coltivazione del tabacco dominato dai debiti e sostenendo un ambiente più sano.

Oltre all’inquinamento dovuto ai rifiuti del consumo (mozziconi, pacchetti, device, etc.), il fumo di sigaretta e la coltivazione del tabacco contribuiscono anche all’inquinamento atmosferico. Il fumo di tabacco contiene anidride carbonica, metano e biossido di azoto e inquina gli ambienti interni ed esterni, mentre la coltivazione della pianta causa l’esaurimento del suolo fertile contribuendo ad ulteriore insicurezza alimentare. Inoltre, dopo la coltivazione del tabacco, riabilitare il suolo è molto costoso.

Il fumo è responsabile della morte di oltre 8 milioni di persone ogni anno e danneggia l’ambiente. Ogni sigaretta fumata o prodotto del tabacco utilizzato comporta uno spreco di risorse preziose che influiscono sulla nostra stessa esistenza. Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) ha proposto al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, una serie di azioni didattiche in occasione di questa celebrazione per una prevenzione a cominciare dai giovanissimi nelle scuole, suggerendo di rendere obbligatorio un percorso di sensibilizzazione sul tabagismo e incoraggiando una presa di coscienza duratura del rischio associato al fumo tra gli studenti che va interiorizzato fin dall’adolescenza.

I dati relativi al tabagismo giovanile, infatti, sono allarmanti: secondo la rilevazione HBSC-Italia del 2018 a 15 anni la percentuale di fumatori è del 24,8% nei ragazzi e del 31,9% nelle ragazze. Se poi si considerano gli studenti che fanno uso sia di sigarette tradizionali che elettroniche, la prevalenza sale al 27,9%, in aumento rispetto al 2014 (26,3%). Inoltre, il 42% degli studenti ha dichiarato che ci sono rivendite di tabacco vicino alla propria scuola e, nonostante il divieto di vendita ai minori, il 15% degli studenti fumatori ha acquistato le sigarette dai distributori automatici, mentre il 68% di questi ultimi non ha avuto problemi ad acquistare le sigarette nelle rivendite autorizzate nonostante la minore età. La percentuale di ragazzi che dichiarano di aver fumato sigarette almeno un giorno negli ultimi 30 giorni aumenta con l’età, sia nei ragazzi che nelle ragazze.

 

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