La Pa non è affatto una zavorra ma anzi, con gli opportuni investimenti, può diventare un formidabile motore di sviluppo.
Il segretario generale della Uilpa, Nicola Turco, si schiera apertamente dalla parte di coloro che considerano la macchina amministrativa “un valore per il Paese, in quanto motore di sviluppo e di competitività nonché garante di equità sociale nell’erogazione dei servizi pubblici”.
Di qui l’apprezzamento alla recente presa di posizione del filosofo Massimo Cacciari, il quale, nel corso della trasmissione “Otto e mezzo” in onda su La7, ha individuato “nel sostegno al ceto medio l’azione su cui il Governo di centrosinistra dovrebbe puntare per risollevare le sorti di questo Paese, in cui proprio questa estesa fascia della popolazione ha pagato duramente il prezzo della lunga crisi, riducendo drasticamente la sua propensione al consumo con forti ripercussioni su tutto l’indotto economico del Paese”.
Secondo Turco “basta analizzare i dati recentemente forniti dal Censis per rendersi conto della perdita del potere d’acquisto dei lavoratori del nostro Paese, il cui incremento nelle buste paga negli anni compresi tra il 2001 ed il 2017 è stato di soli 400 euro annui, meno di 40 euro al mese, a fronte di aumenti annui di cinque/seimila euro registrati in Paesi come Francia e Germania”.
“La situazione economica nel nostro Paese è estremamente critica e necessita di soluzioni intese a sostenere delle politiche salariali adeguate, invece – rimarca Turco – i dipendenti del Pubblico, che sono stati addirittura vittime del salto di ben due tornate contrattuali che li ha resi ancora più poveri rispetto alle altre categorie del mondo del lavoro, sono di nuovo alle prese con il rinnovo di un contratto già scaduto lo scorso anno, con un tira e molla di cifre che ancora non sono sufficienti a stipulare un’ipotesi di accordo soddisfacente”.
Il vertice della Uilpa lo dice a chiare lettere: “Noi ci siederemo ai tavoli per il rinnovo dei nostri contratti determinati a far sì che si realizzino le condizioni per riallineare il potere d’acquisto delle buste paga a quello delle altre categorie di lavoratori, sottolineando come i recenti rinnovi contrattuali dei bancari, dei lavoratori dell’Anas e dell’Adepp abbiano raggiunto risultati molto superiori a quelli a noi prospettati dal Governo, per cui le nostre richieste non potranno prescindere da tali rinnovi”.
“Il rinnovo dei contratti – aggiunge – è una misura economica che, oltre ad essere in grado di rilanciare i consumi e garantire un gettito fiscale notevolmente superiore, è anche idoneo ad assicurare la valorizzazione delle professionalità e un servizio più efficiente e funzionale ai cittadini utenti. E non consentiremo al Mef, con i suoi continui dinieghi, di allontanare la chiusura dei contratti tanto attesa.
Siamo stanchi di sentirci ripetere che per i contratti del Pubblico Impiego non si possono reperire ulteriori risorse quando sappiamo bene che sarebbe sufficiente intervenire sulla spesa per le consulenze esterne, inutili quanto dannose e mortificanti per le eccellenti professionalità interne non utilizzate, ovvero riducendo altre spese come quelle destinate alla Consip”. “Il Governo – conclude – anche attraverso il Tesoro, deve tornare ad esercitare il suo ruolo politico e scegliere dove destinare le risorse per favorire la crescita del nostro Paese. Siamo pronti a fare la nostra parte per rilanciare il potere di acquisto dei lavoratori non solo attraverso i rinnovi contrattuali ma anche con la definizione del nuovo sistema di classificazione del personale, insomma una sfida che punta al rilancio della macchina pubblica andando ad incidere sugli sprechi e sulla spesa improduttiva prima descritta”.