L’Italia non è mai stata un underdog nel G7. Ma Meloni vuol alzare il livello del prestigio internazionale di Roma e dimostrare che la politica estera del suo Governo è ben diversa da quella che altri partner temevano. Meloni sta costruendo una delicata tela diplomatica evitando qualsiasi possibile attrito con gli altri Grandi dell’Occidente e cercando di enfatizzare il ruolo dell’Italia soprattutto nei confronti dell’Africa.
Meloni ha smorzato sul nascere una polemica suscitata dal canadese Trudeau. Ha consolidato il rapporto con Macron nonostante le sortite fuori luogo dei collaboratori del presidente francese. Ha rassicurato Biden sulla prudenza italiana nei rapporti con la Cina. Ha portato all’attenzione del G7 il tema dell’Africa, con la proposta di inserire l’Unione africana nel G20 e soprattutto con le pressioni sul Fondo Monetario Internazionale per sbloccare il prestito che potrebbe salvare la Tunisia da un disastro economico e sociale.
I frutti di questo dinamismo internazionale della Presidente del Consiglio si dovrebbero cominciare a vedere presto soprattutto in sede europea, a partire dal prossimo Consiglio dei capi di Stato e di governo Ue.
Meloni guarda già al Giugno del prossimo anno quando toccherà all’Italia ospitare il G7.Per quella data Palazzo Chigi avrà dovuto compiere la scelta più delicata: il rinnovo dell’accordo con Pechino sulla Via della Seta. E’ una partita che Meloni vuole giocare con prudenza, con il massimo consenso possibile nel Parlamento, nel Paese e non in contrasto con gli Usa. Le linee guida sono chiare : con Pechino nessuna guerra commerciale, non si getta nel cestino quel che c’è di buono nella cooperazione con la Cina ma bisogna evitare qualsiasi forma di dipendenza tecnologica, nelle materia prime e nelle catena di approvvigionamento per la nostra industria. Insomma Meloni applicherà il proverbio di Lao Tzu: “Chi sa non gioca d’azzardo, chi gioca d’azzardo non sa”.