Dopo la fama derivata dalle rivelazioni del regista Chris Buck e dello sceneggiatore Jennifer Lee di essersi ispirati al villaggio di Hallstattin Austria per creare il regno di Arendelle, ambientazione di Frozen, film di successo Disney, il villaggio alpino è diventato meta ambita dei turisti. Incastonato tra maestose montagne, Hallstatt affascina e incanta i visitatori di tutto il mondo grazie al suo aspetto idilliaco e fiabesco e la sua storia millenaria, tanto da essere eletta località protetta dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Ma, ricercando l’immaginario Arendelle, ogni giorno giungono ad Hallstatt fino a 10.000 turisti, un numero spropositato se posto a confronto con i circa 800 abitanti, messi sotto pressione dalla tanta affluenza.
Vietati i selfie
Il villaggio è diventato un luogo molto (troppo) gettonato per selfie e fotografie, spingendo i residenti a cercare di preservare l’autenticità e la tranquillità del loro amato paese. Alcuni abitanti locali si sono ribellati contro l’invasione dei turisti e hanno espresso preoccupazione per la scomparsa del vero spirito di Hallstatt a causa della sua trasformazione in una sorta di parco divertimenti turistico. Per risolvere almeno in parte il problema, le autorità locali e il sindaco, Alexander Scheutz, hanno adottato misure drastiche, tra cui l’introduzione di restrizioni della pubblicazione di foto sui social e dell’accesso a determinate zone del villaggio. Di qui l’idea di una barriera di legno posizionata per nascondere il famoso panorama e i limiti per auto e autobus in ingresso (rispettivamente 450 e 54 veicoli). Le disposizioni hanno suscitato dibattiti e controversie tra alcuni sostenitori che ritengono sia necessario proteggere l’identità e la bellezza della località, e altri che vedono queste restrizioni come un ostacolo alla libertà personale e all’esperienza turistica.
Quando l’eccesso di turismo può diventare dannoso
È indubbio che Hallstatt si trovi in un dilemma complesso. Da un lato, il turismo che rappresenta una fonte importante di ricchezza per la comunità locale, generando occupazione e prosperità economica, dall’altro lato, l’eccessivo afflusso di visitatori che rischia di minare l’autenticità e l’integrità di un luogo che ha una storia e una cultura profonde. La sfida ora per il paese fiabesco è trovare un equilibrio tra la promozione sostenibile e la conservazione delle sue radici, ricercando strategie innovative che possano garantire un turismo responsabile, nel rispetto delle esigenze della comunità locale e del paesaggio naturale.
Il caso di Hallstatt non è l’unico, anche in Italia molti luoghi a rischio
L’esperienza di Hallstatt non è un caso isolato. In tutto il mondo molte destinazioni turistiche si trovano ad affrontare problemi simili. La pressione per attrarre visitatori può spingere le comunità a compromettere la loro originalità. Hallstatt, il “paese di Frozen” che desidera bandire i selfie, offre un esempio interessante di come il turismo possa essere un’opportunità e una sfida allo stesso tempo. Anche nel nostro Paese non mancano esempi di luoghi soggetti a fenomeni di overtourism come Capri, Venezia, Roma, Firenze, Costiera Amalfitana e Cinque terre per fare solo alcuni esempi.