Dopo l’uccisione della psichiatra pisana Barbara Capovani è risultato evidente che fosse necessario rivedere e rimodulare l’organizzazione del lavoro in campo sanitario, curando anche gli aspetti connessi alla sicurezza sul lavoro. “Ciò significa – ha spiegato Domenico Della Porta, referente Salute e Sicurezza sul lavoro di Federsanità – riconsiderare e ottimizzare di fronte alle aggressioni non solo i dispositivi di protezione personale forniti a ciascun professionista e lavoratore nel comparto, ma anche, per esempio, gli aspetti logistici e architettonici e i sistemi di sorveglianza, oltre alle modalità con cui avviene l’erogazione del servizio sanitario dal punto di vista organizzativo”. Elementi fino ad oggi non troppo considerati per prevenire il rischio di aggressioni, ma che sono stati indicati nelle ultime Linee Guida dell’Agenzia per la Salute e Sicurezza sul lavoro pubblicate qualche mese fa.
OMS: una struttura sanitaria sana promuove benessere psico-fisico
Al Convegno Nazionale “La Violenza in sanità e la Fatica della Cura”, Della Porta ha anche sottolineato come l’ambiente di lavoro, spesso sottovalutato, incida sulle performance e sul benessere dei lavoratori.
Ecco perché è importante creare un luogo positivo e accogliente per favorire l’analisi del rischio aggressioni. “L’OMS, in una recente consultazione internazionale alla quale hanno partecipato esperti provenienti da 18 Paesi – ha precisato Della Porta – è giunta alla conclusione che una struttura sanitaria può essere definita ‘sana e sicura’ se è in grado di promuovere il benessere fisico, sociale e mentale (psichico) dei suoi occupanti attraverso una progettazione, costruzione, manutenzione e collocazione territoriale in grado di supportare un ambiente sostenibile e una comunità lavorativa coesa.”
L’ambiente di lavoro non è solo un luogo fisico
Anche la sicurezza, in senso strutturale, può influire sulle performance. In questo i fondi del Pnrr possono concorrere a creare: strutture ospedaliere più sicure e misure antiviolenza; riqualificazione dell’ambiente di lavoro per il personale sanitario; miglioramento della sicurezza per i pazienti (ammodernamento percorsi e apparecchiature); miglioramento dell’impatto ambientale delle strutture. “Quello di ambiente di lavoro è – ha detto Della Porta – un concetto più ampio di suoi confini fisici e comprende tre elementi principali: ambiente fisico, cioè tutti gli spazi in cui si svolge l’attività dell’azienda; ambiente sociale, che comprende tutti quegli elementi che riguardano i rapporti interpersonali tra i lavoratori; caratteristiche strutturali, che includono le dimensioni dell’azienda, lo stile gestionale e la sua struttura formale.
Un ambiente di lavoro idoneo e sicuro genera meno violenza
Spesso si tende a confondere la sicurezza sul luogo di lavoro con il benessere e la serenità. “Se la sicurezza non è solo importante, ma è anche un obbligo di legge – dice Della Porta – e quindi viene tenuta nella giusta considerazione, purtroppo questo non è sempre vero quando si parla di benessere e serenità, che tendono a essere trascurate”. Invece, benessere e serenità sono elementi imprescindibili per un’azienda sanitaria che voglia essere competitiva e mostrare un’immagine positiva a pazienti e concorrenti. Sicuramente, un miglior clima concorrerebbe anche a mitigare quegli stati di rabbia, rancore e dolore che i malati e le loro famiglie a volte provano e che sono stati alla base di atti di vandalismo e aggressioni nei confronti di medici e infermieri. E quali sono gli elementi che caratterizzano un ambiente di lavoro buono e sereno? Secondo l’esponente di Federsanità si parla di spazi accoglienti e luminosi; buona comunicazione; fiducia dei dipendenti nei confronti dei manager; sentimento di orgoglio verso l’azienda.