lunedì, 16 Dicembre, 2024
Attualità

Agromafie giro d’affari di 2.5 miliardi

Due miliardi e mezzo di euro che le agromafie incassano dall’agricoltura. Un settore che si sta rivelando fiorente per il malaffare del crimine organizzato. La denuncia arriva dalla Coldiretti sulla base delle attuali analisi dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. L’Associazione dei coltivatori esprime inoltre pieno sostegno all’operazione dei carabinieri del Ros e della Guardia di Finanza contro i clan mafiosi messinesi dei Nebrodi e le indagini della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza che hanno fatto luce sull’intromissione del clan di camorra dei Casalesi nel settore della commercializzazione e distribuzione del latte in Campania. “Dal latte ai fondi comunitari, dall’agricoltura all’allevamento, dalla distribuzione alimentare alla ristorazione, il volume d’affari complessivo annuale delle agromafie vale 24,5 miliardi di euro”, sottolinea la Coldiretti che di fronte alla mole dei reati, dai soldi sottratti alle imprese oneste, ai danni procurati al settore, è in piena sintonia con le iniziative del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, “contro un sistema criminale che si appropria”, ricorda la Coldiretti, “di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta. Le mafie”, evidenzia ancora l’Associazione dei coltivatori diretti, “operano attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, caporalato e truffe nei confronti dell’Unione europea”. Le iniziative criminose delle agromafie si muovono in tutte le direzioni, alterando il mercato, creando una scia di attività criminose che toccano tutti i punti sensibili della produzione agricola. Un danno non solo per le imprese agricole ma per tutti i cittadini, con le tante truffe commesse contro le leggi europee e quindi contro l’espansione dei prodotti italiani sul mercato. L’analisi della Coldiretti dei guasti provocati dalle associazioni mafiose è purtroppo molto lunga.

“Viene condizionato anche il mercato della compravendita di terreni e della commercializzazione degli alimenti stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy”. Per questo l’appoggio al procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho è necessario e permetterà all’intero settore agricolo di liberarsi del pericoloso assedio della criminalità.

“Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare”, fa presente il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolosa la criminalità nell’agroalimentare che per questo va perseguite con la revisione delle leggi sui reati alimentari elaborata da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie promosso dalla Coldiretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali”.

A tracciare le linee strategiche è il Comitato Scientifico, punto di incontro e confronto tra mondi istituzionali e privati, presieduto da Gian Carlo Caselli. La Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” è stata promossa ed istituita da Coldiretti nel febbraio 2014. Una Fondazione che opera secondo le direttrici della cultura e della legalità, a tutela del “Made in italy agroalimentare e difesa della sua reputazione”, sottolinea la Coldiretti con passione civile e di tutela degli agricoltori italiani, “la sua trasparenza informativa al cittadino e studio e monitoraggio delle penetrazioni della criminalità organizzata nel mercato agroalimentare, nonché dei fenomeni distorsivi della concorrenza lungo la filiera agroalimentare, con particolare riferimento alla contraffazione, adulterazione, imitazione del Made in Italy”.

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