I tempi strettissimi hanno imposto a Giorgia Meloni di usare le forbici e la colla. Molti emendamenti proposti da Forza Italia e dalla Lega sono stati tagliati; il voto di fiducia ha costretto la maggioranza ad appiccicarsi per evitare colpi a sorpresa che avrebbero potuto far slittare i tempi e portare al deprecabile esercizio provvisorio di Bilancio.
L’arroccamento forzato del destra-centro ha reso impossibile la convergenza auspicata da Calenda su alcuni punti della manovra. L’opposizione attenta e non preconcetta che il Terzo Polo aveva annunciato si è dovuta arrendere alla scelta di Meloni di stringere i ranghi della sua maggioranza. Una scelta imposta anche dai segnali provenienti da Forza Italia che aveva cominciato a strizzare occhiolini, ricambiati, a Renzi.
Due linee nel Terzo Polo?
Da questo punto di vista il Terzo Polo è apparso tentato da due diverse linee tattiche: Calenda ha provato ad intavolare un dialogo diretto con Meloni, Renzi ha rispolverato le vecchie consuetudini della diplomazia con Cavaliere.
Non sembra che le due attività siano state concordate e che possano avere uno sbocco comune. Perchè Berlusconi prova ad indebolire Meloni mentre Calenda sembra volerla rafforzare rispetto alle pressioni dei suoi alleati, Lega e Forza Italia.
Nei prossimi mesi vedremo se queste manovrine sotto traccia riprenderanno e con quale vigore.
Giochi e giochini nella maggioranza
Sui prossimi provvedimenti del Governo non penderà la spada di Damocle dei tempi legali di approvazione e quindi ci sarà libero sfogo per iniziative di bandiera dei partiti della coalizione e tentativi del terzo Polo di inserirsi in questi giochi.
Il Governo non dovrebbe correre rischi immediati perché i numeri in Parlamento ci sono. Ma le prossime elezioni regionali di febbraio potrebbero provocare qualche scossa, soprattutto in Lombardia. Se l’elettorato di centro-destra si dividerà e sposterà parte importante dei suoi voti vero letizia Moratti portandola al successo, ripercussioni saranno inevitabili anche sul Governo . Se poi nel Lazio dovesse vincere Rocca, qualche ripensamento ci sarà anche nel Terzo polo.
L’inutile ritorno al passato del M5S
Quanto al Pd preso dai lavori del lungo precongresso c’era e c’è poco da attendersi. Ormai tutto è rinviato alla scelta del nuovo segretario e alle conseguenze imprevedibili che la successione a Letta avrà. Non è detto che le acque oggi mosse non divengano ancor più agitate. L’unico partito che beneficia di una relativa e temporanea tranquillità il M5S.Grillo torna sulle scene dei teatri e Conte sente di essere il padrone assoluto del Movimento. E sta cerando di portarlo nella ridotta della demagogia e del populismo della prima ora. Come se nel frattempo il Movimento non avesse governato per tutta legislatura e come se Conte non fosse stato alla guida di due governi. La memoria corta non può nascondere la realtà. E la realtà è che il M5S, dimezzato, rischia di fare rumore ma di essere irrilevante.