Se i blackout energetici si aggraveranno, a tutti i cittadini di Kiev sarà chiesto di lasciare la capitale. Una notizia che ha provocato il panico fra gli abitanti della metropoli, dove il razionamento di acqua, luce e gas è ogni giorno più severo a causa della guerra e le interruzioni di elettricità si alternano ogni quattro o cinque ore. Torce, riscaldatori elettrici e batterie sono sempre più difficile da trovare, i prezzi sono saliti alle stelle e le temperature, insolitamente miti per buona parte di quest’autunno, stanno iniziando ad abbassarsi, con minime che sfiorano gli zero gradi.
Allo stato attuale la situazione pare ancora sotto controllo, come ha precisato in serata il responsabile della sicurezza municipale, Roman Tkachuk, che ha scongiurato per adesso l’evacuazione, ricordando però che “il sistema di protezione civile deve essere preparato per varie opzioni. Per reagire nel modo giusto, dobbiamo avere un piano per tutti gli scenari possibili”, specie se gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche proseguiranno nelle prossime settimane.
Non è solo Kiev a contare danni ingenti alle linee elettriche ma tutta la parte centro-orientale del Paese. Anche a Kharkiv e Poltava i blackout si susseguono con sempre maggiore regolarità mentre a ovest la situazione è sotto controllo. “Siamo onesti la Federazione russa sta cercando di commettere un genocidio energetico ma Kiev e l’Ucraina resisteranno”. “Il piano di protezione è semplice” ha proseguito, specificandone i pilastri: “difesa aerea, protezione degli impianti infrastrutturali e ottimizzazione dei consumi”, ha affermatoin serata il principale consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak.