Una accelerazione superiore alle stime già negative della Confcommercio. Così lil Centro della Confederazione commenta il salto dell’inflazione da una previsione del 9,8% alla realtà di 11.9%, in balzo che pone problemi di tenuta dei consumi.
Shock per il sistema
“La netta accelerazione”, scrive la Confcommercio, “registrata ad ottobre dall’inflazione, superiore alle nostre stime (9,8%), rappresenta indubbiamente uno shock per il nostro sistema. In un solo mese si è infatti, registrata una variazione dei prezzi (+3,5%) analoga a quella rilevata complessivamente tra il 2017 ed il 2021. Le tensioni, che hanno portato a tassi di crescita dei prezzi eccezionali nel comparto
energetico, si stanno diffondendo ormai a tutti i settori, principalmente beni di largo consumo”.
Difficoltà che dureranno
Per l’Ufficio Studi di Confcommercio questa situazione non è destinata a registrare modifiche sostanziali nel breve periodo, anche alla luce degli aumenti che si stanno rilevando nelle fasi antecedenti il consumo
con i prezzi alla produzione che, a settembre, segnalano un +41,8% su base annua.
“In questo contesto le famiglie hanno sempre maggiori difficoltà a mantenere l’attuale mix di consumi”, osserva la Confcommercio, “essendo costrette a spostare una quota sempre più rilevante del proprio reddito, in riduzione in termini reali, verso le spese di base energia, alimentazione, eccetera. Alla luce di questa situazione, che potrebbe determinare un netto stop al recupero della domanda per consumi da parte
delle famiglie, i timori di una recessione prolungata, che vada oltre il periodo a cavallo tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, si fanno sempre più concreti. È opportuno ricordare”, prosegue la Confcommercio,
“che dall’inizio del 2023 si potrà osservare una riduzione dei costi dell’energia, almeno temporanea, con qualche beneficio sulla dinamica dei prezzi al consumo”.
Indietro di trent’anni
Livelli analoghi non si registravano da quasi trent’anni. “Basterebbe questo per dire l’eccezionalità dei dati preliminari Istat sull’inflazione”, scrive la Confederazione, “ad ottobre aumentata del 3,5% su base mensile e addirittura dell’11,9% su base annua, ben due punti percentuali in più rispetto a settembre, con i prezzi del
cosiddetto ‘carrello della spesa’, – beni alimentari, per la cura della casa e della persona – che passano da +10,9% a +12,7%, e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto che salgono da +8,4% a +8,9%.
L’impennata degli energetici
La forte accelerazione rispetto al dato dello stesso mese dello scorsoanno, calcola la Confcommercio, si deve soprattutto ai beni energetici (da +44,5% di settembre a +73,2%), sia regolamentati (da +47,7% a
+62,1%) che non regolamentati (da +41,2% a +79,5%), e in misura minore ai beni alimentari (da +11,4% a +13,1%), e degli altri beni (da +4% a +4,5%). Rallentano invece i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e
per la cura della persona (da +5,7% a +5,1%). In forte crescita i prezzi dei beni (da +12,5% a +17,9%), mentre rallentano di poco quelli dei servizi (da +3,9% a +3,7%)