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La variabile impertinente del Cavaliere scatenato

mercoledì, 19 Ottobre 2022
1 minuto di lettura

Berlusconi non ci sta a lasciare la scena a Giorgia Meloni. È più forte di lui. Il protagonista vuole essere sempre e solo lui, e non intende stendere tappeti rossi sulla strada della giovane leader. Anzi. Ieri ha dato un assaggino di come potrebbero essere i prossimi mesi, disseminati di spine e trappoloni per il nascente governo. Senza freni inibitori, Berlusconi si è abbandonato a dichiarazioni che un politico 4 volte Presidente del Consiglio dovrebbe evitare. La comprensione che si può avere per la sua venerabile età non può assolverlo. Se questo è l’inizio della legislatura del centrodestra vincente… beh è opportuno che qualcuno nella maggioranza corra ai ripari. Altrimenti tutto degenererà in una poco divertente operetta o, peggio, in un calvario per il governo Meloni.

Fare la lista dei ministri prima che il Presidente della Repubblica abbia conferito l’incarico è uno sgarbo istituzionale plurimo e aggravato nei confronti sia di Mattarella che di Meloni.

Dare per certa Elisabetta Casellati ministra della Giustizia ben sapendo che il vero candidato è Carlo Nordio, è un espediente scorretto e scortese per tentare di mettere Meloni di fronte al fatto compiuto e costringerla ad una marcia indietro Elogiare Putin mentre bombarda civili è un pugno nello stomaco anche nei confronti del probabile ministro degli Esteri, Tajani, coordinatore del partito del Cavaliere ed europeista e atlantista senza se e senza ma. Insomma, un disastro che si aggiunge a quelli già consumati con la mancata partecipazione all’elezione di La Russa e con l’elenco di offese contro Meloni.

Se questo è l’inizio della legislatura del centrodestra vincente… beh è opportuno che qualcuno nella maggioranza decida di correre ai ripari. Altrimenti tutto degenererà o in una poco divertente operetta o, peggio, in un calvario per il governo.

Delle impertinenze di Berlusconi potrebbero approfittare quanti da tempo vogliono prosciugare Forza Italia, che è uscita già dimezzata dalle urne. L’area che fa capo a Renzi e Calenda potrebbe essere tentata di andare a pescar tra i parlamentari disorientati dalle sortite improvvide del Cavaliere. E questo ovviamente indebolirebbe numericamente e politicamente la maggioranza.

Insomma, prima ancora di nascere, il Governo Meloni ha già una gatta da pelare. In casa.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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