Sceglie il webinar di Rcs Academy sul Repower Eu il ministro Cingolani per congedarsi dal suo incarico governativo, convinto che il tempo dei “tecnici” sia finito e che la politica debba recuperare il proprio ruolo. Lascia in eredità la questione del rigassificatore di Piombino, senza il quale ha detto che è a rischio la sicurezza nazionale. Per Cingolani, “se abbiamo il gas, abbiamo la nave e non saremo in grado di utilizzarlo sarà un vero e proprio suicido. C’è un problema nimby e qualcuno dovrà prendersi la responsabilità. Io sono stato chiaro: la nave resterà lì 3 anni, poi la sposteremo in un sito non invasivo”. L’Italia ha bisogno dell’entrata in funzione dei rigassificatori per sostituire completamente il gas russo; l’indipendenza totale, ha annunciato il ministro uscente, è prevista nella seconda metà del 2024, ma a condizione che per allora siano piazzati i due nuovi impianti. I 29 miliardi di metri cubi annuali provenienti dalla Russia sono stati sostituiti con 25 miliardi da altre forniture, soprattutto dei Paesi africani, ma metà di questo gas va in conduttura, l’altra metà è Gas Naturale Liquido che va riconvertito.
Il ministero della transizione ecologica imbrigliato nelle “pastoie” burocratiche
A proposito dei progetti nazionali relativi alle rinnovabili, Cingolani promette che “se manterremo il piano del Pnrr di 7-8 gigawatt all’anno fino al 2030, nei prossimi otto anni potremo risparmiare 16 miliardi di metri cubi”. Se a questi si aggiungono i biocarburanti, le misure di risparmio e la circolarità, a meno di catastrofi, i numeri dovrebbero tornare e dovremmo riuscire a gestire tutto il percorso. Ottimista anche per quanto riguarda la stagione invernale entrante. “Credo sarà tranquilla”, ha ribadito Cingolani, dato che gli stoccaggi “hanno superato il 90 per cento”. Sono le “pastoie” burocratiche a frenare le politiche energetiche e la “mancanza di ogni livello di organizzazione minimo che consenta di far funzionare un ministero in termini funzionali”, è l’amaro consuntivo del ministro uscente.
Il problema non è lo stoccaggio ma i prezzi
Resta, poi, il problema di prezzi. “L’assurdo di questa vicenda è che il gas c’è, ma il prezzo è aumentato. Noi esportiamo, eppure il prezzo rimane altissimo. La verità è che abbiamo pagato follemente le quotazioni di una borsa che non è realistica. Il Ttf è totalmente sganciato dalla realtà. Stiamo pagando questa cosa e un ritardo nell’agire. Non stiamo pagando una reale mancanza di gas”. Uno spiraglio, però, sembra aprirsi sul piano europeo, dove probabilmente il price cap sarà un intervallo entro il quale il Ttf potrà variare senza picchi di volatilità assurda. Esistono delle reali convergenze che fanno ben sperare di arrivare alla prossima convocazione della Commissione con una proposta univoca. “Se il 20 ottobre si conclude bene sul price cap, avremo risolto la situazione. Purtroppo non toglieremo la sofferenza a famiglie e imprese”, ha però concluso il ministro.
Il gas algerino sostituirà quello russo
Più perplesso sul futuro l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, che già pensa alla stagione ’23-‘24: “Sarà un anno più complesso. Adesso abbiamo gli stoccaggi pieni, ma il sistema energetico è molto fragile”. Anche l’AD sottolinea l’importanza dei rigassificatori: “Siamo quasi al 100% dei 16 miliardi di capacità di rigassificazione e serve il nuovo rigassificatore, altrimenti il bilancio non torna con una domanda che è stata di 73/74 miliardi nel 2021″. La buona notizia è che “il gas algerino arrivava al 12%, ora è al 35% e sarà al 38% l’anno prossimo, e sostanzialmente equivale al gas russo”.
Crescono ancora le richieste di allacciamento impianti fotovoltaici
Per Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale Enel, l’Italia può tranquillamente affrancarsi dal Gnl ricorrendo alle rinnovabili se si aggiungono batterie e reti digitali. Le domande di allacciamento di impianti fotovoltaici di PMI e privati sono triplicate nel 2022 e il trend è in accelerazione. Si è passati da circa 450 MegaWatt mediamente installati in un semestre a circa 1.200 MW. “Vuol dire – ha fatto notare Starace – che a fine anno potremo avere 2500 MW installati di fotovoltaico senza rendercene conto”.