Il XIV Forum internazionale di PolieCo, svoltosi a fine settembre a Ischia, oltre ad avere approfondito a livelli di alta professionalità e competenza interdisciplinare i temi del riciclo è stata l’occasione anche per la presentazione di due importanti accordi sottoscritti dal Consorzio PolieCo che segnano una svolta importante sia per il settore della pesca che per quello dei materiali elettrici ed elettronici nell’ottica dell’economia circolare.
Le plastiche stanno soffocando i nostri mari, distruggendo tutti gli ecosistemi marini. Rifiuti altamente nocivi che spesso restano intrappolati nelle reti dei pescatori, soprattutto quelle utilizzate nella pesca a strascico, creando non pochi problemi agli operatori del settore nelle fasi di separazione e di smaltimento. Importante, dunque, l’accordo appena siglato tra Confcooperative e PolieCo, il Consorzio nazionale per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene senza fini di lucro, che prevede un protocollo finalizzato sia al recupero degli attrezzi da pesca, anch’essi talvolta presenti nelle acque, sia allo smaltimento dei rifiuti pescati in mare. “L’obiettivo dell’accordo – ha spiegato Claudia Salvestrini, direttrice del Consorzio – punta a creare un circolo virtuoso nella filiera della pesca grazie al quale si riescono a riciclare i vecchi attrezzi per crearne dei nuovi, in una catena circolare completa, ma anche a trovare una collocazione corretta ai rifiuti ripescati”.
Fino ad oggi il problema principale è stato rappresentato dalla classificazione dagli scarti marini in rifiuti speciali, con il conseguente rischio, per chi li ripescava, di essere accusato di traffico illecito degli stessi. Un grosso contributo alla soluzione del problema è arrivato dalle Legge “Salva mare” in vigore da giugno di quest’anno. “Con le nuove norme la situazione è radicalmente cambiata – ha commentato Gilberto Ferrari, direttore di Federcoopesca -, perché i rifiuti marini sono stati equiparati ai rifiuti urbani. Prima la plastica che si aveva a bordo, accidentalmente pescata insieme al pesce, non si sapeva come scaricarla e posso garantire che la quantità è sempre maggiore”. L’accordo PolieCo-Confcooperative nasce proprio dall’esigenza irrimandabile di creare degli impianti di raccolta presenti nei porti che consenta un facile smaltimento di questi materiali di scarto da parte dei pescatori, senza che questo diventi un ulteriore onere per un settore già in grosse difficoltà.
Spesso la plastica va, però, separata da altre componenti, un processo estremamente complesso e dispendioso. Per questo PolieCo, che ha sempre spinto le aziende al suo interno a perseguire obiettivi sempre più ambiziosi in termini di riciclo, ha voluto chiudere un accordo anche con il consorzio Ecoped, il sistema collettivo per la corretta gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche denominati RAEE. “Lo scopo di questo accordo – ha sottolineato il direttore di Ecoped, Giuliano Maddalena – è migliorare il processo di separazione dei rifiuti plastici provenienti dai rifiuti elettrici e riciclare correttamente queste plastiche, che è sempre stato e resta un grosso problema. Un accordo volto a sollecitare, finanziare, investire, collaborare per migliorare la tecnologia di separazione del ciclo delle plastiche con un partner di grandissima esperienza”.