Cosa resterà di questa campagna elettorale? Poco o nulla nella memoria degli italiani per niente appassionati all’overdose di dichiarazioni dei contendenti: il 44% non sa se e per chi votare. Molto invece potrebbe cambiare nelle coalizioni e nelle forze politiche: qualche testa potrebbe saltare, le contraddizioni di qualche partito potrebbero esplodere e chi guiderà il Governo dovrà faticare per tenere a bada alleati riluttanti.
La campagna elettorale doveva essere semplificata, una gara a due schieramenti, centrodestra contro centrosinistra. O di qua o di là. Poi i “poli” sono diventati quattro, perché la sinistra ha rotto i ponti con Giuseppe Conte, e a Renzi-Calenda non è piaciuta l’alleanza di Letta con Bonelli-Fratoianni. È scattato un “liberi tutti” per cui ogni partito recita il proprio breviario tenendo in scarso conto i vincoli del programma sottoscritto con gli alleati.
Il dato più preoccupante è lo sfilacciamento delle coalizioni. Quella di centrodestra a trazione Meloni sembrava più solida e compatta e puntava ad uno scarno ma condiviso programma comune .E invece questa unità si è dissolta in poco tempo. E si capisce perché.
La partita finale di Salvini
Salvini gioca una partita vitale: se la Lega, in costante calo dal 2019, scende sotto il 12% il capitano dovrà passare la mano ad altri. Per questo Salvini si agita più del solito soprattutto per evitare che altri elettori vengano attratti dal potente magnete di Giorgia Meloni che non ha alcun problema interno a Fratelli d’Italia.
L’ultima spiaggia di Forza Italia
Il gerovital della campagna elettorale ha ridato carica a Berlusconi che stavolta si batte non come un leone ma come un bravo nonno che fa promesse, rassicura, aiuta a sognare in contrasto col richiamo alla concretezza fatto da Meloni. Anche per Forza Italia questa è una battaglia cruciale: se scende sotto il 7% la frana diventerà una valanga e il partito rischierà di dissolversi in poco tempo. Quanto peseranno i contrasti elettorali sull’ipotetico futuro governo di centrodestra?
Problemi di stabilità per il futuro governo
Dipenderò dalle percentuali degli eletti che ciascuno porterà in Parlamento. Ma di certo la litigiosità alla vigilia del voto non lascia ben sperare sulla tenuto della eventuale futura maggioranza. Se la Lega prende meno voti dei 5Stelle e Forza Italia sta sotto l’asse Calenda-Renzi, un terremoto investirà l’intera area di centrodestra e porrà dei problemi seri anche a chi, come Meloni, invece avrà un successo senza precedenti.
Letta a rischio, Pd diviso su Conte, l’incognita Renzi-Calenda
Il discorso è ancora più complicato in quel campo pieno di buche che è il centrosinistra. Se il Pd vorrà riaprir il dialogo con i 5Stelle non sarà Letta a condurre il gioco. Conte ha già chiesto la sua testa. Se Renzi-Calenda dovessero sfondare la soglia dell’8% e diventare il quinto partito, si metterebbe in moto un rimescolamento nell’area centrale e in quella parte del Pd che di alleanze con i grillini non ne vuol sapere.
Insomma, le elezioni del 25 Settembre daranno probabilmente una maggioranza al centrodestra ma rischiano di non assicurare stabilità politica e apriranno una fase di grandi sconvolgimenti nel sistema politico italiano.