sabato, 22 Febbraio, 2025
Politica

Centrodestra accordo pieno. Conte ai ferri corti con Grillo. Sala tesse la tela nel centrosinistra

Coalizioni in cerca di intese

I tempi stretti per le elezioni obbligano i partiti a fare in una settimana quello che non sono stati capaci di fare in 4 anni: costruire alleanze che non siano solo cartelli elettorali ma anche solide coalizioni per un futuro governo.
L’impresa è ardua per tutti. E  il rischio è che si facciano accordi fragili  che, dopo il voto, si sciolgano come neve al sole, con conseguenze non irrilevanti sulla stabilità del futuro governo.

il centrodestra ha avuto il compito meno difficile. Ha trovato un’intesa fra i tre partiti Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, cui si associano le piccole formazioni di Cesa, Lupi e Brugnaro. È stato sciolto il nodo di chi dovrà indicare il premier in caso di vittoria. Il principio che la designazione per Palazzo Chigi tocca a chi prende più voti era sembrato in discussione. Ma il vertice di ieri ha sancito l’accordo che dà il via libera anche alla presentazione di candidati unitari nei 221 collegi uninominali che costituiscono il bottino elettorale più rilevante della contesa che si volge col Rosatellum.

Il centrosinistra fatica molto di più a mettere insieme le tessere di un mosaico composito e formato da partiti e formazioni politiche non proprio omogenei, alcuni nati da poco come il gruppo che fa capo a Di Maio. A dare una mano a Letta ci sta pensando il sindaco di Milano Giuseppe Sala che, forte della sua autorevolezza in un’area estesa, cerca di mettere d’accordo personaggi che tra loro spesso sono separati anche da difficoltà di dialogo personale.

Non va meglio per i “solitari”, i partiti che per ora non hanno alleati. I seguaci di Conte sono alle prese con uno scontro senza precedenti sulle deroghe al doppio mandato. Conte vorrebbe consentire ad alcuni dei suoi fedelissimi di candidarsi per un terzo mandato. Grillo è irremovibile e lo scontro sembra inevitabile. Un Movimento senza Grillo sarebbe un non-senso.

Renzi sembra posizionarsi da solo in attesa delle mosse altrui. Se fosse considerato indispensabile per spostare gli equilibri con una veloce mossa del cavallo Renzi potrebbe uscire da un pericoloso isolamento e proporsi o accettare proposte.

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