lunedì, 16 Dicembre, 2024
Politica

Governo, il giorno della verità

Oggi al Senato e domani alla Camera il voto sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio

Non accetterà di restare a Palazzo Chigi a qualsiasi costo. Tutt’altro. Rimarrà se avrà la fiducia convinta su un programma chiaro, senza se e senza ma. Niente diktat o ricatti. Altrimenti nulla e nessuno lo tratterrà un minuto di più.

Lo aveva fatto capire dimettendosi dopo aver constatato la mancata fiducia di un partito di Governo. Da quando Mattarella lo ha rimandato alle Camere non c’è stato nessun cambiamento di rotta e di umore da parte di Conte, il grande accusatore di Draghi. L’impressione è che Conte sia ben lieto di andare all’opposizione ma vuole sentirsi “cacciato” per fare la vittima e non si vuole assumere la responsabilità della rottura.

 Sulla carta Draghi dovrebbe confermare il suo ritiro. E il Paese andare dritto alle elezioni. Ma c’è stato un pressing da parte di associazioni sociali e produttive, di molti sindaci, delle cancellerie occidentali. In tanti hanno chiesto a Draghi di fare un sacrificio e di accettare di guidare un nuovo Governo.

Il Quirinale osserva senza interferire ma avendo ben chiaro che il bene primario è la stabilità. Ma non a tutti i costi. Servono maggioranze non ambigue anche se eterogenee, date le emergenze. ma se non si trovano il voto della primavera 2023 può essere anticipato o subito o non ai primi dell’anno prossimo.

Draghi non si farà imporre diktat dai 5S. Conte gli ha mandato 9 punti alcuni dei quali sono già nel calendario degli impegni del Governo. Draghi non cederà perché darebbe motivo anche ad altri, Lega in testa, di imitare il giochetto di Conte.

La tempesta che sta squassando i 5S dimostra che la linea di Conte, pur maggioritaria ha degli oppositori che non intendono retrocedere. D’altro canto come si fa a chiedere ai deputati 5S che hanno votato una settimana fa la fiducia di fare il contrario?

L’impressione è che Conte sia ben lieto di andare all’opposizione ma vuole sentirsi “cacciato” per fare la vittima e non si vuole assumere la responsabilità della rottura.

D’altro canto, a parte il Pd che è in grande imbarazzo, le forze del centrodestra di Governo hanno posto una condizione: si a Draghi ma senza i 5 Stelle. Altrimenti parola agli elettori.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Interrogativi sulla manovra economica

Giampiero Catone

Bardi fa il bis in Basilicata: nuovo exploit del Centrodestra (con il sostegno di Azione e Iv)

Stefano Ghionni

Il decisionismo di Giorgia Meloni

Giuseppe Mazzei

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.