Realizzare un piano per i bacini di accumulo. Con la morsa della siccità che non si allenta, la Coldiretti chiede un piano di intervento per ridurre m crescita “esponenziale dei danni alle colture e le misure di
restrizione sull’uso dell’acqua”. “Occorre”, chiede il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, “accelerare sulla dichiarazione dello stato di emergenza nei territori più colpiti ma anche e soprattutto sulla realizzazione di un piano per i bacini di accumulo, poiché solo in questo modo riusciremo a garantirci stabilmente in futuro le riserve idriche necessarie”.
Urgente un piano anti siccità
L’iniziativa di Prandini segue l’annuncio della decisione di istituire un coordinamento tra i Ministeri e la Protezione Civile per fronteggiare l’allarme siccità su più fronti, infrastrutturale, competenze regionali,
eventuali ristori. La situazione nei territori e le previsioni meteo per i prossimi giorni rendono sempre più evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo.
Invasi per raccogliere acqua
“Raccogliamo solo l’11% dell’acqua piovana e potremmo arrivare al 50%”, calcola il presidente della Coldiretti, “evitando così situazioni di crisi come quella che stiamo soffrendo anche quest’anno. L’Italia ha
bisogno di nuovi invasi a servizio dei cittadini e delle attività economiche”, insiste Prandini, “come quella agricola che in presenza di acqua potrebbe moltiplicare la capacità produttiva in un momento in cui
a causa degli effetti della guerra in Ucraina l’Italia ha bisogno di tutto il suo potenziale per garantire cibo al Paese”.
Velocizzare le autorizzazioni
Ma per fare ciò è necessario che la questione sia trattata per quella che è, “cioè una vera e propria emergenza nazionale”, sottolinea Prandini, “velocizzando le autorizzazioni burocratiche come fatto, ad
esempio, per il caso del Ponte Morandi a Genova. Solo in questo caso sarà possibile dare una risposta concreta alla sofferenza di imprese e cittadini”.
Danni saliti a 3 miliardi
Nei campi il conto dei danni della siccità è salito a 3 miliardi di euro, secondo una stima Coldiretti, con i raccolti i raccolti bruciati sui terreni senz’acqua mentre esplodono i costi per le irrigazioni di soccorso per salvare le piantine assetate e per l’acquisto del cibo per gli animali con i foraggi bruciati dal caldo.
“Quanto allo stato di emergenza, che avevamo chiesto nei giorni scorsi con una lettera al premier Mario Draghi e che le Regioni hanno condiviso, serve l’intervento del sistema della Protezione civile”, conclude Prandini, “per coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica, e cooperare per una gestione unitaria del bilancio idrico”.