I tempi della guerra e quelli della diplomazia
Quanto durerà? “Tutto l’anno,” avrebbe detto il segretario di stato americano Blinken all’Europa, secondo la Cnn.
Fare previsioni è molto azzardato. Finora, quasi tutte quelle formulate da esperti veri, sedicenti esperti e anche da alcuni ciarlatani che spopolano nei vari talk show hanno fallito. Troppe le varabili in campo.
Di certo c’è che il tempo non ha, finora, giocato a favore di Putin. Cui converrebbe avviare seriamente trattative per chiudere la guerra il prima possibile, prima che agli insuccessi sul campo si aggiungano gli effetti ritardati delle sanzioni sull’economia russa.
Da Blitzkrieg il conflitto si è trasformato in guerra di posizione. Questo consente all’Ucraina di attrezzarsi sempre meglio per fronteggiare l’offensiva dell’invasore che, sulla carta, ha schiacciante superiorità di mezzi e uomini.
Nessuno si aspettava l’effetto combinato della forte resistenza di Kiev e dei madornali errori commessi dalle forze armate russe. Chi avrebbe scommesso sulla ritirata ingloriosa dei carri armati russi da Kiev? Chi avrebbe mai immaginato l’affondamento della nave ammiraglia della flotta di Mosca nel Mar Nero? Chi avrebbe pensato che dopo 55 giorni Putin non sarebbe ancora riuscito a prendere il controllo pieno di Mariupol?
Tutto questo pesa, senza dubbio, sugli umori e sugli equilibri dei vertici russi, militari, di intelligence e forse anche politici. Il pugno di ferro di Putin impedisce la manifestazione del dissenso ma, quando si canta vittoria prima del tempo e poi la vittoria non arriva, le crepe nel prestigio del capo supremo cominciano ad aprirsi. Che risultati concreti porterà Putin sulla piazza Rossa il 9 maggio? Potrà presentarsi a mani vuote per dire che la guerra continuerà e ripetere la solita litania” raggiungeremo tutti i nostri obiettivi”?
Intanto dagli Stati Uniti arrivano armi sempre più offensive, sofisticate in grado di consentire a Zelensky non solo di resistere ma anche di ipotizzare controffensive.
Mosca fa la voce grossa contro l’invio di armi americane. Zelensky, anche sulla base di dichiarazioni della CIA, non esclude che Putin usi armi nucleari tattiche. L’escalation delle parole e delle minacce finora non ha portato a nulla. Di colombe in volo non se ne vedono. Le trattative in Turchia languono in attesa del braccio di ferro militare nel Donbass. La Cina, alle prese con lockdown a catena contro il Covid continua a tacere. Anche Xi potrebbe aver sbagliato le previsioni. Se la guerra dura a lungo, rischia di presentarsi al Ventesimo congresso del partito comunista in autunno con l’economia in affanno non solo per colpa del virus e della guerra commerciale americana ma anche – e soprattutto-per le conseguenze dell’aggressione all’Ucraina decisa dal suo amico Putin.