venerdì, 22 Novembre, 2024
Agroalimentare

Ethicatering, un servizio etico due volte “buono”

Intervista a Beatrice Busi Deriu, sull'economia carceraria

Dare una opportunità agli ultimi, ai più esclusi dalla società, sostanziando il dettato costituzionale per il quale la detenzione deve essere prima di tutto rieducativa, non è una prassi molto diffusa e forse anche socialmente inaccettata. Eppure, garantire ai carcerati una formazione professionalizzante e un lavoro, oltre a gettare le basi di una società migliore nel momento del loro reinserimento fuori dal carcere, può essere una risorsa economica per gli imprenditori. Lo ha capito che ha dato vita a “Ethicatering”, una società di catering etico, che le ha fruttato importanti commesse da tutta Italia e da realtà come la Camera dei Deputati, il Ministero dell’Istruzione, Enel, Acea, Poste italiane, Corte di Cassazione, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ikea, Ambasciate e molti altri.

Beatrice Busi Deriu

Come è nata la sua idea?
L’avventura di Ethicatering nasce nel 2014, quando conoscemmo i prodotti eno-gastronomici di eccellenza realizzati nelle carceri e da realtà che operavano su terreni confiscati alle mafie. Ce ne siamo innamorati per la loro bontà e per il messaggio di riscatto che trasmettevano. Da lì abbiamo iniziato a concepire l’idea di un catering diverso, che trasmettesse con il cibo bontà e impegno sociale. Il nostro debutto è stato un servizio catering per 180 persone alla Camera dei Deputati. Ricordiamo ancora lo stupore degli ospiti mentre degustavano panettoni, cioccolate e praline realizzate nel carcere di Siracusa.

Sta parlando della cosiddetta “economia carceraria”?
Si, i prodotti di Economia Carceraria sono buoni e di qualità, perché frutto di impegno e orgoglio. Sono realizzati da persone che, tramite questo impegno, correggono traiettorie di vita. Un progetto che crea circoli virtuosi, diminuendo recidiva e reati. Utilizzare i loro prodotti è un gesto di responsabilità sociale che incide fortemente nella vita delle persone. Ad ottobre scorso a Roma si è tenuto il Festival di Economia carceraria, organizzato da Oscar La Rosa e Paolo Strano, fondatori del sito E-commerce Economia Carceraria, che ha riunito le tante cooperative e laboratori delle carceri impegnate in produzioni enogastronomiche. Grazie all’e-commerce ora reperire i prodotti è più facile, mentre prima era necessario contattare i singoli laboratori.

Mi fa qualche esempio delle loro produzioni?
I vini bianchi Falanghina e Coda di Volpe della coop. “Freschi di galera” della Casa di reclusione Sant’Angelo dei Lombardi; il vino rosso della coop. “Vale la pena” del Carcere di Alba; le birre artigianali della coop. “Pausa cafè” di Torino; il caffè in cialde e tisane bio de “Le Lazzarelle” del carcere femminile di Pozzuoli; la pasta di grano duro del “Gigliolab” del Carcere dell’Ucciardone; i taralli del “Campo dei miracoli” di Trani; la pasta di mandorle, gli amaretti, i frollini, i peperoni di Sicilia secchi, sali aromatizzati e il pesto dell’”Arcolaio Dolci evasioni” di Siracusa; i biscotti varietà della “Banda biscotti” di Verbania; i grissini di “Sapori di libertà” di Mantova; i germogli alimentari e piccoli frutti dell’” O.R.T.O. Semi liberi” del Carcere di Viterbo;  la giardiniera, la passata, il miele, la marmellate, succhi bio di Rigenera” di Cremona; i biscotti varietà e le colombe pasquali di “Cotti in fragranza” di Palermo.

Nomi spettacolari, che ci riconciliano con le nostre paure e che trasmettono tutta la voglia di riscatto che c’è dietro, anche se resta un mondo tutto ancora da scoprire…
Ethicatering, infatti, non è solo un servizio di catering e banqueting che svolge eventi di alto profilo, ma vuole essere uno strumento di comunicazione, promozione e sinergia per un’economia sociale che desideriamo sia sempre più conosciuta e utilizzata dal cliente che ne riconosce il valore. La nostra mission è focalizzata sull’inclusione sociale e sulla sostenibilità nei suoi diversi aspetti: alimentare, ambientale e sociale.

Mi sembra di capire che siate impegnati anche in politiche ambientali?
Certo. Utilizziamo stoviglie monouso in Mater B, materiale compostabile ecologico.  Molti dei supporti di allestimento – come tavoli, sedie e complementi di arredo – vengono realizzati nel nostro laboratorio anche con materiali di recupero. Evitiamo lo spreco di cibo, collaborando con diverse associazioni certificate che si occupano della distribuzione dei pasti gratuita. Poniamo estrema attenzione alla raccolta differenziata. La nostra energia è ricavata da pannelli fotovoltaici e riduciamo al massimo i consumi con monitoraggio da remoto. Utilizziamo verdure bio. Oltre, naturalmente a promuovere l’inclusione nel mondo del lavoro di persone in difficoltà, non solo detenuti, ma anche ragazzi con la sindrome di down.

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