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La guerra riapre il dialogo tra Usa e Cina. Ue: nuove sanzioni. Ancora bombe sui civili

Oggi nuovo round dei colloqui tra Ucraina e Russia. In campo anche le mediazioni di Israele e Turchia. Il sottile  gioco diplomatico di Pechino tra Biden e Putin
martedì, 15 Marzo 2022
1 minuto di lettura

Cina e Usa tornano a parlarsi perchè entrambi vogliono impedire l’escalation della guerra scatenata da Putin.
Un anno dopo le liti in Alaska, Sullivan e Yang Yechi si sono rivisti a Roma ieri. Ma sembra passato un secolo. È la prima volta che la Cina, non per scelta, si trova al centro dello scacchiere mondiale in una crisi che coinvolge le altre grandi potenze. E non ha voglia di fare brutte figure. Si deve muovere con abilità, massimizzando il risultato per se stessa e senza nulla concedere a Biden e a Putin.
Xi non intende rinnegare l’amicizia “senza limiti” con la Russia ma non ha alcuna voglia di farsi trascinare nella mischia di un conflitto che Pechino non ha gradito e che vorrebbe finisse il prima possibile.
D’altronde, la Cina non vuole aumentare la tensione con gli Stati Uniti, che ha già provocato una spietata guerra commerciale non indolore per Pechino.
Da qui una prudente e meditata azione diplomatica che richiede grande saggezza. La Cina ha una forte carta in mano: il bisogno della Russia di non essere definitivamente isolata.

Da qui l’equilibrismo con cui Xi si è mosso: vicinanza a parole a Mosca ma nessun avallo alle brutalità belliche di Putin e alle sue richieste di aiuto. Anche perché Biden è stato molto chiaro: chi cerca di aggirare le sanzioni contro la Russia ne paga le conseguenze. Aiuti militari cinesi a Mosca avrebbero l’effetto di aumentare quella escalation che Xi vuol invece evitare. Su questa base, tocca anche agli Stati Uniti agire con equilibrio approfittando della riapertura del dialogo con Pechino per indebolire il prestigio e la credibilità di Putin.

La Cina ha tutte le carte in regola per mediare tra Ucraina e Russia. Amica di Mosca, è primo partner commerciale di Kiev. Ma Xi scenderà in campo solo quando sicuro di non fallire la sua missione. Per questo, probabilmente, il leader cinese ritiene che i tempi per un suo intervento non siano maturi metteranno in difficoltà ulteriore Putin e l’Ucraina sarà fiaccata dalla distruzione delle sue città.

Solo allora la Cina potrebbe essere sicura di indurre le parti a ragionare e intestarsi il successo diplomatico della fine di una guerra che tiene tutti col fiato sospeso. Garante della pace nel cuore dell’Europa Pechino acquisirebbe un grande prestigio mondiale e molti crediti anche nei rapporti con gli Stati Uniti che dovranno essere ridisegnati.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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