L’Assemblea generale dell’Associazione dei magistrati della Corte dei conti esprime “fermo dissenso e viva preoccupazione rispetto ai contenuti dell’AS 2185, di modifica delle funzioni della Corte dei conti, attualmente all’esame della Commissione permanente Affari costituzionali del Senato della Repubblica in sede redigente”.
“La proposta di legge solleva fondati dubbi di contrasto con le norme costituzionali, in quanto lesiva della neutralità, indipendenza ed imparzialità della magistratura contabile, di cui finisce col limitare l’azione di contrasto agli sprechi pubblici e di tutela degli interessi economici dei cittadini – si legge in una nota -: incide sensibilmente sulla funzione di controllo, inserendovi elementi di cogestione amministrativa, ridisegna le attribuzioni del consiglio di presidenza della Corte dei conti in deroga alla riserva di legge, rafforzando contestualmente il ruolo della componente laica, e snatura la funzione consultiva della Corte dei conti“.
“Aderendo pienamente alle posizioni critiche espresse nei confronti del provvedimento dal Presidente della Corte dei conti Guido Carlino, dal Procuratore generale della Corte dei conti Angelo Canale e dal Presidente dell’Associazione dei magistrati della Corte dei conti Luigi Caso, nel corso delle audizioni rese di fronte alla Commissione affari costituzionali nonché a quelle contenute nel parere reso dalle Sezioni riunite il 1° dicembre 2021 e nella memoria in pari data della Procura generale della Corte dei conti – prosegue la nota -, l’Associazione magistrati della Corte dei conti, nel ribadire la propria disponibilità a porre in essere ogni sforzo utile al superamento della crisi economica, anche in vista dell’attuazione del PNRR, nella convinzione che il rafforzamento dei controlli di legalità, anche in sede di valutazione delle singole responsabilità, sia strumento indispensabile per evitare sprechi e abusi del denaro pubblico, auspica un radicale ripensamento da parte della Commissione Affari costituzionali dei contenuti del citato AS 2185, con la riscrittura integrale delle proposte di modifica delle funzioni della Corte dei conti e con il ripristino dell’originaria disciplina del relativo Consiglio di presidenza, al fine di allinearla pienamente alla normativa prevista per gli organi di autogoverno delle altre magistrature”.
Per gli stessi motivi, l’Associazione dei magistrati guarda “con enorme preoccupazione alle proposte di proroga della durata del mandato dei componenti elettivi del proprio Consiglio di Presidenza (contenute in emendamenti al disegno di legge di conversione del decreto-legge milleproroghe), ritenendo l’ipotesi di un mandato di durata complessiva di oltre otto anni in palese contrasto non solo con il principio fondamentale della necessaria temporaneità delle funzioni pubbliche, ribadito dalla consolidata giurisprudenza costituzionale ed applicato pacificamente anche alle funzioni direttive della Magistratura ma, altresì, con il recentissimo richiamo del Presidente della Repubblica alla necessità di avviare un processo riformatore degli organi di autogoverno delle Magistrature, rispettoso dei principi costituzionali di autonomia ed indipendenza”.