Incrementare i corridoi umanitari e aprire vie di ingresso regolare di cui il continente ha bisogno.
L’ennesima tragedia del mare obbliga tutti a non restare indifferenti: non è accettabile morire di freddo a pochi metri dall’Europa. La Comunità di Sant’Egidio esprime il suo cordoglio per i sette cittadini del Bangladesh che hanno perso la loro vita per ipotermia – alcuni sul barcone in cui viaggiavano, altri subito dopo lo sbarco a Lampedusa – e si stringe attorno alle loro famiglie. Occorre che il nostro continente esca dal suo torpore e si preoccupi di salvare i tanti che sono ogni giorno in pericolo nel mare Mediterraneo. Ma è necessario, al tempo stesso, incrementare i corridoi umanitari – che hanno già offerto a oltre 4.300 profughi un preciso progetto di integrazione in Europa – e predisporre l’apertura di nuove vie di ingresso regolare per motivi di lavoro, come richiedono ormai da tempo molti imprenditori nel settore agricolo come in quello industriale e dei servizi alla persona.