Le parole durissime di Biden segnano un passaggio storico nella vita della più longeva democrazia del mondo: l’attacco alle istituzioni americane è venuto non dall’esterno ma dall’interno e dalla carica più alta del Paese. Quasi un tentativo di golpe. Il gravissimo assalto al congresso non ha scalfito la solidità delle istituzioni americane ma il virus più pericoloso per una democrazia è stato l’avvelenamento del voto popolare. Se si diffondono bugie sulla correttezza delle elezioni si mina alla radice la democrazia e si dà ragione a dittatori e autocrati che combattono contro le libertà democratiche. Un rischio altissimo visto l’espansionismo di Russia e Cina che vogliono esportare i loro modelli.
Senza mai nominarlo, Biden ha puntato il dito contro il suo predecessore. In sintesi: Trump spinse la folla ad agire e mentre si svolgeva l’insurrezione armata per rovesciare il voto del popolo e sovvertire la Costituzione lui guadava dal suo ufficio senza fare nulla. Per la prima volta un ex presidente ha ostacolato la transizione diffondendo falsità sulle elezioni che, invece, si sono svolte correttamente e che egli ha perso con un margine di 7 milioni di voti. Ma Trump ha anteposto il suo ego al rispetto della Costituzione. Il popolo americano e la democrazia hanno vinto.
C’è una sfida tra democrazia e autocrazie come quelle di Russia e Cina, ma l’America non sarà mai come questi Paesi: non c’è posto per dittatori o autocrati.
Un anno dopo l’America sembra non aver ancora metabolizzato il trauma. Il Paese resta ancora profondamente diviso mentre si diffonde il clima pericoloso della denigrazione dell’avversario politico che diventa il nemico da combattere.
Si allarga la percentuale di coloro che ritengono che la violenza contro lo Stato sia giustificata. Secondo il think thank Brennan Center for Justice in 19 Stati sono state adottate misure per restringere il diritto di voto. Sono segnali preoccupanti.
Gli Stati Uniti hanno bisogno di ritrovare una forte unità nazionale per non mettere in discussione le basi della democrazia e il rispetto reciproco di partiti contrapposti.
Se questo non succederà sarà un disastro per tutti i Paesi liberi e democratici che perderanno un punto di riferimento essenziale e insostituibile. Le democrazie sono state l’argine alle guerre, se esse diventano fragili il mondo intero rischia di diventare una polveriera.