Torna in primo piano la riforma del fisco con proposte a vantaggio dei cittadini. Almeno con quelli che sono indietro con i pagamenti dovuti all’Agenzia delle Entrate. Sul capitolo riscossione c’è una doppia
iniziativa del Parlamento. Una risoluzione delle commissioni Finanze di Camere e Senato, passata, con l’astensione di F.d’I, che chiede al Governo di procedere alla riforma della Riscossione, e con essa al
taglio dei 999 miliardi dei crediti dello Stato verso i cittadini che sono soldi inesigibili. Nel contempo, nella seconda iniziativa presa sempre dalle Commissioni, si chiede al Governo di rivedere i termini di pagamento delle cartelle notificate dal 1° settembre 2021.
Miliardi di crediti inesigibili
La massa di soldi (bollette, multe, sanzioni, condanne fiscali) che lo Stato non riuscirà ad ottenere dai cittadini morosi sono custoditi nel cosiddetto “magazzino fiscale”. E, secondo i calcoli del ministero dell’Economia e Finanze, lo scorso anno il “Magazzino” ha superato 999 miliardi, dei quali circa solo 400 sono forse recuperabili ed inoltre più di un terzo sono superiori a 10 anni.
Una situazione che ha spinto le forze politiche a ridefinire la disciplina legislativa, almeno per poter gestire quella parte di crediti fiscali che possono avere una esigibilità. La proposta è di avviare la riforma della riscossione nel quadro della più ampia riforma fiscale. Il documento della commissioni Finanze di Camere e Senato impegna il Governo a prevedere due passaggi: un “discarico automatico dei crediti realmente inesigibili”, e nel contempo prevedere il “potenziamento del sistema di riscossione”.
Cartelle, nuovo rinvio
La seconda mossa della riforma del fisco parte da un nuovo rinvio dei termini per pagare le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio. Anche in questo caso si tratta di un piano che prevede più
mosse. Ad esempio oltre ai tempi per nuove scadenze ci sarà una rimodulazione del numero di rate il cui mancato pagamento determina la decadenza dei provvedimenti di rateizzazione. Il Governo in altri versi
prende atto delle difficoltà di cittadini e imprese. Tema che era stato messo in evidenza dai partiti con la ripresa delle notifiche e dei termini di pagamento delle cartelle con la fine della sospensione per la
pandemia, dall’8 marzo 2020 al 31 agosto 2021. L’intervento “correttivo” sul fronte riscossione è stato chiesto dalle commissioni Finanze di Camera e Senato. Tra le indicazioni presentate al Governo c’è
quella di allungare i termini per il pagamento delle rate dovute pari a 18 mesi, con riferimento alle scadenze 2021. A questa iniziativa si aggiunge la richiesta del Parlamento di concedere 150 giorni in più per il pagamento delle cartelle inviate dal 1° settembre scorso. Un’ipotesi accolta dal Governo che tuttavia potrebbe ridurre i termini da 150 a 120 giorni.