L’obiettivo raggiunto è realizzare una finanza sostenibile, del debito dei Paesi poveri e dei cambiamenti climatici. Impegni portati a termine con la presidenza italiana del G20. Gli accordi sono stati discussi e presentati a Washington alla riunione del Fondo monetario internazionale e della Banca Mondiale. Per l’Italia presenti il ministro dell’Economia, Daniele Franco e il Governatore della Banca D’Italia, Ignazio Visco.
Il meeting ha dato il via libera alla global tax, così come chiesto dai Paesi aderenti all’Ocse, con un aliquota piatta del 15%. Nel mirino le multinazionali che finora hanno goduto di una ampia libertà fiscale.
Come è noto, la nuova tassazione si concentrerà sui cosiddetti “Giganti del web”, dell’e-commerce. Saranno, inoltre, chiamate a versare le grandi aziende multinazionali con oltre 20 miliardi dollari di fatturato che subiranno una tassazione nei Paesi in cui operano, tra il 20% e il 30% sui profitti, se superiori al 10% dei ricavi.
Accelerare sulla tassazione
Con il via libera alla Global tax i ministri riuniti a Washington hanno accelerato la “fase due” del piano fiscale. È stato deciso di strutturare aliquota e tassa in modo uniforme, pur essendo calata in contesti internazionali e legislativi diversi. Anche in questo caso la necessità espressa dal vertice è quella di accelerare per non perdere il ritmo della ripresa post pandemia. I fondi raccolti serviranno a finanziare i piani post pandemici messi a punto dai diversi Stati.
Sostegno ai Paesi poveri
Il meeting dei ministri finanziari del G20 è servito anche a rilanciare il tema dei debiti dei Paesi più poveri, che con il Covid hanno visto accrescere le difficoltà e la disponibilità di risorse finanziarie ridotte. Sempre su questo fronte, va ricordato come lo scorso giugno il Fmi ha assegnato 650 miliardi di dollari di diritti speciali di prelievo, attività fruttifere del Fondo con l’obiettivo di far crescere l’adeguatezza delle riserve delle economie emergenti.
Crescita sostenibile
La promozione di una crescita sostenibile è stata la parola d’ordine del vertice. La ripresa globale è stata resa possibile grazie alla diffusione dei vaccini e al continuo sforzi degli Stati di ridurre la crisi pandemica.
Ministri e i governatori si sono confrontati su soluzioni necessarie a sostenere la crescita e ad affrontare le conseguenze negative della pandemia, soprattutto sui gruppi sociali più colpiti.
Impegno sul clima
In primo piano anche l’impegno a rafforzare il coordinamento nel contrasto al cambiamento climatico. Sono state gettate le basi per costruire un mix di politiche per la transizione verso economie carbon neutral. Un obiettivo in linea con l’Agenda 2030 e l’Accordo di Parigi.
FMI: attenzione al debito
Rilievo invece del Fondo monetario nel rapporto Fiscal Monitor: il debito pubblico ammonta a 88 mila miliardi, valore vicino al 100% del Pil. Un debito che per il Fondo “deve essere monitorato attentamente in
quanto un eccesso di debito privato potrebbe trasformarsi in un più alto debito pubblico”. Il debito pubblico è previsto calare di un punto percentuale di Pil nel 2021 e nel 2022, e stabilizzarsi al 97% del Pil.
“L’outlook di bilancio è soggetto a importanti rischi: l’interazione fra vaccini, virus e varianti è uno dei fattori che contribuiscono all’elevata incertezza nel breve termine”, afferma inoltre il Fmi, sottolineando come, “l’evoluzione delle finanze pubbliche dipenderà da quanto profondamente la pandemia si farà sentire sulla crescita”. “In un contesto di evoluzione del Covid, la politica di bilancio deve restare agile e adattarsi rapidamente al cambio delle condizioni”. Per il Fondo la pandemia “lascerà un segno duraturo sulle finanze dei governi, sull’inuguaglianze, la povertà e il livello di pil in diversi paesi”.