Virginia Raggi non passerà alla storia come il miglior sindaco della Capitale …ma sicuramente 5 anni fa raccolse un bottino elettorale da record: 770mila romani le regalarono le chiavi del Campidoglio.
Nell’elezione del Comitato di Garanzia del movimento 5 Stelle, la sindaca uscente si è nuovamente confermata una calamita (senza accento): ha avuto oltre 22 mila voti, il doppio di quelli riportati sia da Luigi Di Maio che da Roberto Fico. Un bel successo che la proietta nell’Olimpo dei nuovi 5 Stelle.
Il Comitato ha il compito di sovrintendere alla corretta applicazione delle regole dello statuto e può sfiduciare all’unanimità il presidente (Giuseppe Conte) o il garante (Beppe Grillo).
Conte dunque ha tre angeli custodi (Raggi, Di Maio e Fico) che dovrebbero alleviargli le fatiche della politica. Quelle fatiche che nei giorni scorsi gli avevano fatto esclamare di cominciare a sentirsi stanco. Ma sono anche i tre che vigileranno su di lui e che, sulla carta potrebbero, deciderne la defenestrazione.
Fico e Di Maio hanno ruoli istituzionali alti e un prestigio personale che si sono guadagnati sul campo. Ma rispetto a loro Raggi primeggia per voti e potrebbe essere il presidente di questo Comitato nonostante la sua performance come sindaco di Roma la ponga nei sondaggi all’ultimo posto tra i candidati al Campidoglio. Uno vale uno?
Fatto sta che Conte dovrà fare i conti con Raggi e confidare nel suo sostegno e nella sua occhiuta vigilanza. Nel frattempo la bozza del nuovo Statuto del gruppo parlamentare prevede che il potere di decidere le espulsioni non sia solo del capo politico (Conte) come era nel precedente statuto ma anche del Garante (Grillo).Insomma, a volte ritornano.
E per Conte il controllo del Movimento diventa sempre meno una passeggiata e sempre più una strada ferrata da percorrere ben ancorato, attento a non fare passi nel vuoto. Che fatica….