venerdì, 22 Novembre, 2024
Lavoro

Lavoro tra crisi e ripresa. Occupati +550mila, 87 crisi aziendali

Nei primi cinque mesi  forte balzo dell’occupazione; ma per raggiungere il livello precovid mancano ancora 260 posti di lavoro. La buona notizia: 1.500 i hanno evitato il licenziamento negli ultimi due mesi. Merito della cassa integrazione e alle prospettive di reindustrializzazione. La brutta: e sul tavolo del ministro Giorgetti e della sua vice Todde ci sono 57 tavoli di crisi aziendali e 30 di monitoraggio. In bilico oltre 100 mila lavoratori.

I nuovi dati Istat

Il primo settembre l’Istat ha reso noto i dati sull’occupazione. Due sono i segnali di rilievo. C’è un rallentamento del mercato del lavoro, con un calo a luglio di 23 mila unità rispetto ad giugno. Nel contempo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno il saldo resta ampiamente positivo. L’Istat certifica che gli occupati sono cresciti di 540 mila unità rispetto a luglio 2020. “Nonostante si registri un contenuto calo del numero di occupati”, fa presente l’Istituto di statistica, “la forte crescita registrata nei precedenti cinque mesi ha determinato un saldo rispetto a gennaio 2021 di 550 mila occupati in più”. La crisi pandemica però si fa ancora sentire, l’Istat, infatti, annota: “non si è ancora tornati ai livelli pre-pandemia”. All’appello infatti, rispetto a febbraio 2020, mancano, “oltre 260 mila unità”.

 

I grandi gruppi

I dati Istat certificano uno stato di stallo e servirà ancora tempo per ridare forza all’occupazione. D’altronde le cronache sindacali in questi giorni parlano dei casi “storici” con tutti dossier aperti: la Embraco di Riva, la Whirlpool, Elica e Blutec. Per altre due grandi aziende alle prese con un iter tormentato, la Gkn di Campi Bisenzio in Toscana e la Giannetti Ruote di Monza, – per questa ultima i sindacati hanno ritenuto illegittimi i 152 licenziamenti – si apre la possibilità di accettare 13 settimane di Cassa integrazione. I settori industriali in difficoltà sono numerosi. Le attività produttive sono passate sotto la pandemia, le restrizioni e le chiusure. Un anno e mezzo che ha lasciato il segno. In tutto i tavoli di crisi aperti sono 87, con funzionari ministeriali e delegati sindacali che si occupano di seguire tutte le fasi.

Ammortizzatori universali

Le differenti vertenze in caso di blocco e chiusura delle attività dovrebbero essere assorbiti dal progetto di ammortizzatori sociali universali. Progetto che evita le troppe sovrapposizioni di sostegni che oggi variano da categoria a categoria. La riforma per ora è solo allo studio del ministero del lavoro. Una prima bozza aveva suscitato dubbi dal mondo del commercio e del l’artigianato.
I dossier più urgenti da portare avanti che sono Ita-Alitalia ed ex Ilva.

Accelerare i tempi

Cgil, Cisl e Uil premono per accelerare i tempi con qualche sottolineatura.
“Quanto abbiamo esattamente ricevuto dal programma europeo Sure?”, chiede la Uil al Governo,“Come abbiamo destinato e messo a disposizione dei diversi contesti produttivi? Quanto è stato effettivamente utilizzato, il famoso “tiraggio”, settore per settore e con quale andamento nell’arco del tempo? E quante lavoratrici e quanti lavoratori abbiamo protetto, di quante e quali aziende?”
Interrogativi che aprono anche uno scenario diverso. Per il segretario della Uil PierPaolo Bombardieri, “è possibile recuperare risorse e dare nuovi sostegni e tutele ai lavoratori”.

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