Tutto rischia di crollare ma l’oro no, in queste ore tra dazi e tagli di petrolio, si discute con la sua impennata verso l’alto se non sia il bene rifugio per eccellenza. Così mentre ladri preveggenti, rubavano in Inghilterra la tazza della toilette, ricoperta d’oro a 18 carati, eccezionale manufatto che faceva parte di una mostra dedicata a Maurizio Cattelan artista concettuale italiano, il prezioso metallo ha avuto una tale crescita di valore che ha fatto gioire tutti i possessori di lingotti.
“L’oro si è finalmente risvegliato dal torpore, ritrovando attrattiva come bene rifugio. Le quotazioni, in rialzo di oltre un punto percentuale, sfiorano 1.320 dollari l’oncia, il massimo da due mesi”, osserva con soddisfazione il giornale economico Il Sole 24Ore, che ricorda come a innescare gli acquisti, che erano cominciati la scorsa settimana sia stata la decisione del presidente Trump di allargare i dazi anche al vicino Mexico.
Nel timore di un effetto domino sui commerci vittime di nuovi dazi sull’economia mondiale, ecco che il buon intramontabile oro viene rivalutato come un amico fedele che non tradirà mai la fiducia dei suoi proprietari. I listini azionari vanno al ribasso l’oro sale, risplende anche sui titoli di Stato americani, calcolano gli economisti, arrivati al minimo storico. La buona notizia per i possessori di oro, inoltre, riguarda il dollaro da “nemico del lingotto” è diventato un suo amico, tanto che nel testa a testa l’oro ha toccato i 1300 dollari l’oncia portandosi più in alto del biglietto verde.
Un segnale positivo colto da tutti, dagli speculatori, dai risparmiatori, dagli investitori che ora più che acquistare titoli di Stato e immobili – malgrado i prezzi in discesa di mutui e case – dedicano risorse e attenzione ai lingotti. Sulle ragioni c’è da riflettere, e forse non sono solo questioni economiche, perché quelle appaiono almeno razionali dal loro punto di vista. Dall’inizio 2019 gli altri “asset” ossia beni che possono essere monetarizzati, sono in ribasso generale del 3%, mentre l’oro è rientrato a pieno titolo tra gli ETF gli “exchange-traded fund” ossia fondi d’investimento, ed è un tripudio sui siti specializzati dove si annuncia che l’oro sarà una panacea per tutti: per chi ha intenzioni speculative, perché è di una flessibilità straordinaria, come qualsiasi altro investimento, il prezzo dell’oro aumenta o diminuisce, “offrendo agli investitori l’opportunità di assumere una posizione speculativa sulle fluttuazioni future dei prezzi”; oppure l’oro è un tonico per chi vuole dormire tranquillo: “l’oro può rappresentare un’efficace protezione dall’inflazione”.
Poi c’è l’aspetto atavico dell’oro, nelle sue trasfigurazioni religiose, popolari, messianiche, rituali, quello per cui è associato a un dio o al demonio, perché è “portatile”, è “divisibile”, Il suo peso determina facilmente il valore dell’oggetto; è indistruttibile; è facilmente riconoscibile ed accettabile in forma di pagamento. In tempi poi in cui tutti parlano e straparlano, l’oro non ha bisogno di dare nessuna spiegazione, quindi vince senza nemmeno sprecare fiato. “Sia in tempi di crisi che in tempi di prosperità l’oro resiste”, dice chi ha investito in oro, ed è la sua potenza, come dire: le mode passano ma lui no.
L’oro, fanno presente i siti che ne propongono l’acquisto, è tra i beni economici mondiali maggiormente “liquidi”. Può essere prontamente venduto 24 ore su 24 in uno o più mercati in tutto il mondo. C’è, infine, chi curiosamente ha fatto un calcolo interessante, a proposito della sua stabilità. “Per esempio, un abito da uomo nel XVI secolo in Inghilterra al tempo di Re Enrico VIII costava l’equivalente di un’oncia d’oro, prezzo che si può pagare anche adesso per un abito moderno”. Insomma anche tra 500 anni magari su Marte, chi si porterà rientro l’oro potrà scambiarlo con una moderna tuta da astronauta. Non è magnifico?