“Non sottovalutare i rischi delle varianti del virus. Aumenta il debito ma la ripresa sarà forte. Reinserire i lavoratori dopo i traumi della crisi.Dall’inizio della crisi abbiamo esteso alle imprese garanzie per 208 miliardi di euro e sostegni per quasi 100 miliardi.”
PANDEMIA NON FINITA
Per Draghi non bisogna sottovalutare le nuove varianti del Covid, con il rischio di una terza ondata.
“Dobbiamo però essere realistici. La pandemia non è finita”, puntualizza il premier, “anche quando lo sarà, avremo a lungo a che fare con le sue conseguenze.”.
RECESSIONE O DEPRESSIONE?
“La sola scelta possibile era tra una recessione e una depressione. Potevamo fare in modo che il maggior numero possibile di aziende superasse la fase di restrizioni e rimanesse sul mercato, sopportando così una recessione severa, ma temporanea. Oppure avremmo potuto non farlo, come alcuni sostenevano all’inizio della pandemia. Il costo della scelta”, spiega Draghi, “di avere una recessione invece di una depressione è stato il debito. E’ molto probabile che, per diverse ragioni, questa fase di crescita del debito, pubblico e privato, non sia ancora terminata”.
AIUTI A IMPRESE E LAVORO
“L’unico modo per tenere le aziende sul mercato, era dare loro fondi per compensare almeno in parte la perdita di fatturato e aiutarle a preservare i posti di lavoro. Lo abbiamo fatto tramite sussidi e garanzie sui prestiti bancari”, ricorda Draghi, che cita l’ammontare degli aiuti.
DEBITO IN CRESCITA
Le stime di crescita per il 2021 sono positive e con una punta di soddisfazione
“In Italia, secondo le stime della Commissione Europea, il debito pubblico aumenterà dal 135% del Pil, al 160%. Si tratta di un incremento maggiore rispetto a quello della Grande Crisi Finanziaria e a questo si è anche aggiunto un aumento consistente del debito privato”.
GARANZIE SUI PRESTITI
Draghi rimarca anche come le garanzie sui prestiti bancari siano “state una condizione necessaria perché gli istituti di credito dessero liquidità a tutte le aziende che ne avevano bisogno, rapidamente e a un costo ragionevole. Tuttavia, in quella fase”, evidenzia Draghi, “non è stato possibile né per i governi né per le banche distinguere in maniera precisa tra quelle aziende che sarebbero state in grado di sopravvivere dopo la pandemia, e quelle che non ce l’avrebbero fatta.
AIUTARE LA CRESCITA
“L’economia italiana ha operato al di sotto del suo potenziale per gran parte degli ultimi dieci anni. C’è dunque molto spazio per utilizzare politiche di bilancio espansive prima di creare pressioni inflazionistiche. Lo abbiamo già fatto in questi due anni: nel 2020, il deficit italiano ha toccato il 9,5% del Pil, e quest’anno, secondo la Commissione, raggiungeremo l’11,7%”.
ITALIA, PIL A PIU’ 4.2
“Le previsioni attuali della Commissione indicano un aumento del Pil quest’anno in Italia e nell’Ue del 4,2%. Credo che queste stime verranno riviste al rialzo, anche in maniera significativa. La fiducia di consumatori e imprenditori sta tornando” afferma il premier,
SOSTEGNO AI LAVORATORI
“Il reinserimento dei lavoratori dopo i traumi della crisi non è immediato. Il governo continua a sostenerli, come ha fatto in questi due anni riducendo la perdita del reddito dal 25% al7%