Conte è sul punto di rinunciare. La sua uscita di scena devasterebbe i 5 Stelle già dilaniati da scissioni ed espulsioni, toglierebbe al Pd di Letta l’unico interlocutore credibile per una collaborazione a sinistra, rafforzerebbe l’ala filo-Draghi guidata da Di Maio , ma darebbe a Salvini maggior peso nella maggioranza.
Grillo non poteva fare di peggio. Come una specie di Saturno che divora i suoi figli, il fondatore rischia di diventare l’affondatore del Movimento. Era stato lui a designare Conte come nuova guida politica di un Movimento allo sbando, dimezzato nei voti, con decine di parlamentari tra espulsi e fuoriusciti . La mossa era sembrata astuta: per tentare di rivitalizzare il Movimento aveva puntato su un outsider che gode di grande popolarità nonostante siano trascorsi sei mesi dopo la sua uscita da Palazzo Chigi .
Ma in cuor suo Grillo considera i 5 Stelle una sua “emanazione” e una sua appendice sulla quale vuol esercitare non solo il ruolo di Garante ma anche quello di dominus incontrastato. E non poteva immaginare che l’avvocato potesse fare di testa proprio riscrivendo lo Statuto e assumendo i poteri che in qualsiasi partito spettano al segretario.
Sua Conte che Grillo avevano fatto male i conti. Grillo sperava che Conte facesse il suo numero due e l’ex presidente del Consiglio pensava di poter riplasmare il Movimento e guidarlo senza doversi sentire sotto tutela.
CONSEGUENZE POLITICHE VASTE
Grillo è stato ,come suo solito, piuttosto rude nei confronti di Conte e il Professore certo non gradisce farsi bocciare. Piuttosto se ne va.
E qui nascono molti problemi. Se Conte lascia , va via dai 5 Stelle? Fonda un nuovo partito? Abbandona la politica? Sapremo presto. Ma la sua rottura sarebbe una bomba politica .
I 5 Stelle che con lui stavano riprendendo consensi finirebbero per deflagrare in maniera irrimediabile, entrando in un vortice autodistruttivo .E che ne sarebbe della collaborazione con il Pd? Enrico Letta aveva imperniato la sua linea politica, in continuità con Zingaretti, proprio sulla collaborazione più ampia possibile con i grillini. Gli ex renziani rimasti nel Pd non hanno mai gradito questa scelta e ora potrebbero rimettere in discussione la stessa leadership di Letta che nelle ultime settimane non è sembrata essere supportata con entusiasmo dalle varie anime del Pd.
IL PESO SI SALVINI SULLA MAGGIORANZA
E che succederà nel governo? Conte è sempre stato tiepido con Draghi. La sua uscita di scena rafforzerebbe , nel breve periodo, Di Maio che potrebbe riprender il ruolo di capo politico. Ma se Conte dovesse uscire dai 5 Stelle e portarsi dietro molti deputati e senatori questo finirebbe per influire anche nelle votazioni sui provvedimenti del Governo. Chi congola è Salvini che se i 5 stelle indeboliranno il loro sostegno a Draghi si sentirà come l’azionista di maggioranza della coalizione. Con quel che ne consegue