Le banche nicchiano, in alcuni casi sono nettamente contrarie. Le imprese temono il peggio e non sanno ancora se il Governo, malgrado l’impegno nel Sostegni bis, le aiuterà in concreto. Si tratta della proroga della moratoria sui prestiti, tema che le banche non vogliono ascoltare.
“Stiamo riscontrando in questi giorni comportamenti difformi da parte del sistema bancario” che nel complesso sono orientati “a scongiurare il prolungamento della moratoria”. A mettere in evidenza i contrasti è Sergio Silvestrini, segretario generale della Confederazione nazionale degli artigiani che ha scritto al direttore generale dell’ABI, Giovanni Sabatini, per segnalare le resistenze da parte degli istituti di credito. Silvestrini ricorda che il Decreto stabilisce che la proroga è una operazione in continuità e non comporta la revisione della situazione creditizia del beneficiario da parte della banca.
La Confederazione degli artigiani nella lettera sottolinea che “ancora non sono così evidenti i segnali di ripresa”, e quindi “riteniamo sia di comune interesse operare affinché venga garantito respiro al nostro sistema imprenditoriale, fortemente colpito dagli effetti della pandemia”. L’esigenza di prorogare la moratoria è emersa in tutta evidenza da una indagine promossa dalla CNA su un campione significativo di imprese. In particolare l’83% degli intervistati ritiene che senza la proroga non riuscirebbe a rispettare gli impegni con l’istituto finanziatore (35%) o avrebbe molti problemi a farlo (48%).
“La crescita”, osserva la Cna, “prevista per i prossimi mesi darà certamente fiato alla nostra economia, ma ancora dobbiamo tutti essere pazienti, ed evitare accelerazioni che vanificherebbero gli sforzi sin qui operati”.
Per il segretario generale della Cna è “necessario continuare a fare fronte comune e sostenere strumenti che possano accompagnare la ripresa; iniziative più selettive potranno, invece, essere adottate”, conclude Silvestrini, “quando il sistema imprenditoriale nel suo complesso avrà ripreso a generare flussi di cassa idonei a garantire il rispetto di impegni assunti prima della pandemia”.