L’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) evidenzia che ci sono complicazioni burocratiche che incombono sui percettori dei contributi Covid 19, al di là della già denunciata sproporzione delle sanzioni per eventuali errori di calcolo. Da un lato quanto previsto dall’art. 1 comma 24 del decreto sostegni bis, ovvero l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi entro il 10 settembre per avere il diritto di presentare la richiesta di contributi a conguaglio calcolati sulle perdite reddituali, dall’altro l’obbligo di pubblicizzare entro il 30 giugno, ai sensi della Legge 4 agosto 2017, n. 124, i contributi erogati dallo stato e dalle pubbliche amministrazioni alle imprese (in particolare per le micro imprese non soggette a bilancio o con bilanci semplificati, con la pubblicazione sul proprio sito internet o su quello delle associazioni di categoria).
La prima problematica richiede un intervento emendativo con lo spostamento della presentazione della dichiarazione dei redditi almeno al 30 settembre. La seconda, vista l’eccezionalità dell’erogazione dei contributi a seguito della pandemia e della conseguente crisi economica, dovrebbe essere superata attraverso la pubblicazione, da parte delle pubbliche amministrazioni eroganti siano esse centrali o periferiche, dei dati dei percettori e dei relativi contributi. “Circa lo spostamento della presentazione della dichiarazione dei redditi al 10 settembre per poter presentare la richiesta dei contributi a conguaglio, ove spettanti, invieremo alle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera una proposta emendativa di rinvio al 30 settembre, data minima viste le ulteriori complicazioni burocratiche delle dichiarazioni di quest’anno” ha dichiarato Riccardo Alemanno Presidente dell’INT, che sul problema pubblicità dei contributi ha ribadito: “ Siamo ovviamente d’accordo sull’obbligo di trasparenza circa gli aiuti di stato, ma quelli percepiti dalle micro imprese rientrano in un’ottica eccezionale ed in molti casi riguardano commercianti ed artigiani che in periodo di normalità non avrebbero richiesto alcun contributo, pertanto poco avvezzi agli obblighi di pubblicità correlati, micro imprenditori spesso privi di siti internet o non iscritti alle associazioni di categoria. In luogo di ciò, vista l’eccezionalità dell’erogazione di questi contributi di stato, i ministeri e le amministrazioni pubbliche che abbiano erogato forme di contributi, potrebbero pubblicare sui loro siti internet i dati richiesti dalla normativa sulla trasparenza, d’altra parte tutto è avvenuto tramite piattaforme digitali e i dati sono archiviati dalla P.A. Non sarebbe questo un chiaro esempio di semplificazione a favore del contribuente attraverso l’ utilizzo del digitale?”