Diventa più lungo il percorso che dovrebbe portare all’approvazione del disegno di legge Zan che intende tutelare e ampliare lo spazio per la condanna di reati riguardanti l’orientamento sessuale; una iniziativa legislativa difesa con grande vigore dal PD dal M5S e dalla sinistra di LEU e alla quale si è però aggiunto, con proposte modificative, un testo presentato da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.
I due testi sono notevolmente diversi e quindi è problematico l’approdo, come spesso accade, su un testo unificato.
Iinfatti, quello del Pd Zan introduce il discusso concetto di “identità di genere” che fa temere a vari giuristi la configurazione di reati d’opinione; quello del centro-destra firmato da Licia Ronzulli invece mira soltanto a rafforzare le aggravanti prevista dall’articolo 61 del Codice Penale, con speciale riguardo per i reati riguardanti l’orientamento sessuale.
PRETESA DI VERITA’
Questa, in sostanza, la questione sulla quale la sinistra sta muovendo piazze, petizioni, documenti di enti locali con una pretesa sussiegosa di verità, che si presenta ben diversa da quella delle tradizioni politiche delle quali si sente interprete e con una sottovalutazione di altre più autentiche e drammatiche priorità come quelle dell’impennata ulteriore del numero dei nuovi poveri denunciata dalla Caritas.
Francamente, dai presunti eredi di Berlinguer e di Moro ci si immaginava un ben altro atteggiamento rispettoso della storia, della fisionomia sociale e della identità cristiana del nostro popolo, quindi meno ideologica e prepotente fino all’intolleranza per chi, come il mite cardinale Bassetti, chiede soltanto una revisione del testo della legge e non il suo affossamento.
Da Enrico Letta ci si attendevano gesti e scelte meno ispirati alla deriva di una sinistra che ha smarrito il suo vecchio cielo dei valori sostituendolo con quelli di una società dominata dall’individualismo e dal profitto, e più vicini a una società rinnovata, ma solidale, basata sulla famiglia sempre sostenuta da Aldo Moro.