Il conto delle entrate tributarie e contributive riferito al primo trimestre del 2021 ha registrato un calo dell’1,7%.).Il dato tiene conto della variazione negativa dell’1,1% (-1.093 milioni di euro) delle entrate tributarie e della diminuzione delle entrate contributive del 2,7% (-1.623 milioni di euro, rispetto allo stesso periodo del 2020.
Complessivamente, secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, nelle casse dello Stato sono entrati ben 2,7 miliardi di euro in meno, rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso. A pesare maggiormente è stata la diminuzione degli introiti per entrate contributive, conseguenza dei recenti provvedimenti di riduzione e di sospensione dei versamenti da parte di certe categorie di contribuenti.
MENO ACCERTAMENTI E MENO ENTRATE
Secondo il Mef, dipende dalle misure che il Governo ha adottato per rispondere alle note esigenze dovute alla situazione di pandemia. In effetti, a pesare su quella flessione negativa delle entrate tributarie è il minor incasso da attività di accertamento e ispezione. Del resto, come noto, gli Uffici dell’Amministrazione finanziaria hanno dovuto sospendere tali attività nel primo periodo di lockdown, salvo poi riprendere gradualmente.
BOLLO AUTO E SUPERBOLLO SI CONTINUANO A PAGARE
In tale contesto, qualcuno si chiede ancora se quell’emendamento per l’abolizione del Superbollo per le auto, già previsto nella scorsa Legge di Bilancio, entrerà mai in vigore.
L’obbligatorietà della tassa di circolazione per autoveicoli e motoveicoli (più comunemente nota come “bollo”) venne approvata con decreto del Presidente della Repubblica del 5 febbraio 1953, n. 39. Ci piace ricordare che, all’epoca, il Presidente della Repubblica era Luigi Einaudi mentre il Presidente del Consiglio era il compianto Alcide De Gasperi.
Un destino travagliato quello della “tassa di bollo”. Nel 1976, viene approvata una sovrattassa, il cosiddetto “superbollo” che si applica alle autovetture di elevata cilindrata. Il superbollo viene prima abolito e poi reintrodotto. Infine, nel 1982, il “bollo auto” viene trasformato da tassa di circolazione in tassa di possesso: il pagamento diventa, quindi, obbligatorio, a nulla rilevando l’effettiva circolazione e uso del veicolo. Nel corso degli ultimi dieci anni, il bollo subisce un’altra serie di modifiche che alternano manovre di ribasso a significativi interventi di inasprimento. Periodicamente, questa tassa continua a scatenare polemiche e proposte di abolizione, sollevate soprattutto dagli operatori della filiera automobilistica. Gioiscono gli appassionati di auto d’epoca che pagano il superbollo in misura decrescente, fino a raggiungere l’esenzione, per i veicoli che hanno compiuto i 20 anni. Tuttavia, a giudicare dal gettito che entra nella casse delle Regioni, sembra davvero improbabile che si possa decidere di abolire il superbollo e, tantomeno, il bollo, specialmente nell’attuale situazione contingente.