domenica, 17 Novembre, 2024
Economia

Credito. Associazioni produttive: priorità ineludibili, accesso al denaro e debiti da rinegoziare

Credito alle imprese, più coperture finanziarie, rinegoziazione dei debiti, l’allungamento di “almeno 10 anni” dei piani di rimborso garantiti dallo Stato. In cima alle priorità resta, tuttavia, l’accesso al denaro per le imprese. Senza questa possibilità l’economia del Paese non vedrà la possibilità di crescere. Sono i contenuti di un documento firmato da tutte le Associazioni produttive, uno sforzo di unità di fronte ad una serie di richieste che definiscono “ineludibili”. Ad aprire il documento la firma dell’Abi, con un testo inviato “a tutte le istituzioni italiane”. Queste le Associazioni a dimostrazione di una forte unità di intenti: ABI, Confartigianato, Alleanza delle Cooperative Italiane (Agci, Confcooperative, Legacoop), Casartigiani, CIA Agricoltori Italiani, CLAAI – Confederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane, Cna – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confcommercio, Confedilizia, Confesercenti, Confetra, Confimi Industria, Confindustria, Copagri. Nella lettera è “forte la richiesta di continuare a garantire la necessaria liquidità alle imprese”.

 

Dare ossigeno finanziario alle imprese

Il documento prende le mosse dal crisi sanitaria determinata dal Covid-19 che continua a incidere negativamente sulle attività produttive. In questa situazione in bilico tra difficoltà e indecisioni, le imprese ritengono importante che il Decreto legge in corso di definizione, contenga misure di semplice applicazione, che siano effettivamente efficaci e immediatamente operative. Entrando nel merito il tema più rilevante è il credito.

“Con riferimento specifico alla liquidità delle imprese, è innanzitutto necessaria”, sottolineano in modo corale le sigle produttive, “una proroga delle cosiddette moratorie e che queste possano esplicare i loro effetti senza soluzione di continuità con le moratorie in essere. Inoltre, occorre che siano di automatica applicazione, evitando complicazioni burocratiche”. In particolare per i finanziamenti garantiti, la prosecuzione della crisi, che le imprese continuano a percepire di particolare profondità soprattutto in alcuni settori economici, rende “ineludibile una proroga delle misure del decreto Liquidità in coerenza con la proroga dal Temporary Framework”.

C’è poi da scongiurare il rischio che le imprese vadano in difficoltà, mentre diventa necessaria, che “la durata dei finanziamenti garantiti venga significativamente prolungata mantenendo invariato il grado di copertura della garanzia pubblica così da prevedere incentivi adeguati ad allungare i piani di rimborso”.

 

Favorire la rinegoziazione del debito

Da queste considerazioni emerge la richiesta pressante che la durata di rimborsi e coperture va portata ad almeno 10 anni, considerando, “che vi sono settori particolarmente colpiti che hanno urgente necessità di interventi più incisivi, anche modificando le regole del Temporary Framework”. C’è poi il settore agricolo che ha bisogno di certezze. Con le modalità di accesso al Fondo di Garanzia PMI e alle garanzie Ismea che non subiscano modifiche almeno fino al 31 dicembre 2021, anche con riferimento alle imprese agricole e a quelle non rientranti nella definizione europea di piccole e medie imprese.

“Andrebbero comunque favorite le operazioni di rinegoziazione del debito, attraverso idonei strumenti di garanzia offerti dal Fondo di garanzia per le PMI, Sace ed Ismea”, si sollecita nel documento. Infine, le Associazioni chiedono di equiparare le condizioni di accesso alla “Garanzia Italia” a quelle previste per il Fondo di garanzia PMI e ampliare la possibilità di accesso alle misure di sostegno alla liquidità, “anche alle imprese ammesse a piani di ristrutturazione prima dell’avvio della pandemia”, conclude la lettera, “e che si sono trovate in difficoltà a rispettare tali piani a seguito degli effetti della pandemia”.

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