sabato, 16 Novembre, 2024
Economia

Confcommercio sul DEF: situazione di crisi, subito riforme di fisco e lavoro

Previsioni sul futuro caute con qualche punta di ottimismo. Il presente, invece, ancora avvolto in un pessimismo da cui non si uscirà presto. Sono le analisi della Confcommercio all’indomani della riunione del Consiglio dei ministri che ha approvato il Documento di economia e finanza. Piano che vede, stando alle previsioni, nel 2021 la crescita del Pil programmatico sarà al 4,5%. Nel 2022, invece, il Pil è visto in crescita del 4,8%, per poi aumentare del 2,6% nel 2023 e dell’1,8% nel 2024. In questo senso l’ottimismo da parte del Governo non manca, “tassi di incremento mai sperimentati nell’ultimo decennio”.
Il rapporto deficit/Pil è stimato all’11,8% nel 2021, un livello “molto elevato dovuto alle misure di sostegno all’economia e alla caduta del Pil”, scenderà poi al 5,9% nel 2022, al 4,3% nel 2023 e al 3,4% nel 2024. Sul fronte delle previsioni, nel 2025 il rapporto deficit/Pil tornerà a scendere sotto il 3%. Il rapporto debito/Pil è stimato al 159,8% nel 2021, per poi diminuire al 156,3% nel 2022, al 155% nel 2023 e al 152,7% nel 2024. Dalla presentazione di questi numeri parte l’analisi di Confcommercio che si esprime in modo cauto perché troppi i problemi dell’oggi.
Nel Def “lo scenario tendenziale si fonda sull’attesa che, dopo la prossima estate”, commenta Enrico Postacchini, componente di Giunta di Confcommercio-Imprese per l’Italia, “le misure di contrasto all’epidemia da Covid-19 avranno impatti moderati e decrescenti con flussi turistici che recupererebbero nel 2022 e tornerebbero ai livelli pre-crisi nel 2023”. Le proiezioni tuttavia si fondano sul come di uscirà dalla pandemia, su come l’economia gestirà il rimbalzo di una crescita.
GARANTIRE TEMPESTIVITÁ OPERATIVA DEGLI STANZIAMENTI
“Sono annotazioni che rafforzano le esigenze del più tempestivo e compiuto decollo della campagna di vaccinazione”, osserva l’esponente di Confcommercio, “e dell’adozione di strumenti quali il passaporto vaccinale, nonché della definizione di un cronoprogramma delle riaperture sorretto tanto da chiari e certi dati di riferimento, quanto dalla considerazione dell’evidente insostenibilità economica e sociale dell’affidamento prioritario al modello del ‘più chiusure’”. Enrico Postacchini, ascoltato nel corso dell’audizione in Parlamento sul Documento di economia e finanza, ha ribadito le preoccupazioni delle imprese. Il delegato di Confcommercio, inoltre, ha sollecitato richieste e iniziative in diversi ambiti.
Parlando dei ristori, Postacchini ha sottolineato che devono essere “più adeguati in termini di risorse e più inclusivi in termini di parametri d’accesso, più tempestivi” e devono “tenere conto anche dei costi fissi”. E le stesse esigenze valgono anche per “le misure dedicate a turismo, montagna, cultura ed ai trasporti. Per i trasporti, in particolare, secondo Confcommercio serve un approccio che coinvolga tutto il sistema dell’accessibilità non limitandosi al solo trasporto pubblico locale”.
Per quanto concerne invece gli ammortizzatori sociali, Confcommercio valuta positivamente la proroga della Cassa Covid, ma “va assicurata la continuità rispetto al ciclo di prestazioni precedente” e serve un “ulteriore finanziamento del fondo per il parziale esonero contributivo di lavoratori autonomi e professionisti. Del fondo vanno, comunque, garantite tempestività operativa e adeguatezza di stanziamenti. Si tratta di tenere insieme inclusività delle prestazioni e sostenibilità della contribuzione”. In ogni modo, “per le imprese del terziario non è tempo di contribuzioni aggiuntive” e servono “misure di riduzione strutturale del costo del lavoro tramite decontribuzione e recupero strutturale di flessibilità”.
Confcommercio chiede inoltre la proroga (di almeno un anno) della moratoria sui prestiti bancari in scadenza a giugno e l’allungamento dei tempi per il rimborso dei prestiti assistiti da garanzie pubbliche per almeno 15 anni, “senza che ciò implichi una riduzione del livello della copertura attualmente offerta”, mentre resta l’urgenza di “intervenire per dare tempestiva risposta ad un ampio ventaglio di questioni aperte: dalle moratorie fiscali più ampie agli interventi sul fronte delle locazioni commerciali, dai crediti d’imposta dedicati – ad esempio, quello sulle rimanenze finali del magazzino moda -, alle misure di abbattimento di costi fissi”.
Per quanto concerne infine il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza,“il lavoro parlamentare e le risoluzioni approvate da Camera e Senato hanno contribuito a rafforzare l’insufficiente attenzione dedicata dalla proposta di Piano approvata dal Consiglio dei Ministri dello scorso 12 gennaio sul rapporto tra resilienza del terziario di mercato e resilienza del sistema-Paese. Chiediamo dunque al Governo”, conclude Postacchini, “che i contenuti delle risoluzioni siano compiutamente tenuti in conto nella messa a punto definitiva del Piano nazionale Rinascita e Resilienza”.
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