“Vince il partito delle poltrone”. E’ un Matteo Salvini contrariato ma ancora non del tutto rassegnato quello che ha incontrato i giornalisti al Senato ieri sera, quando prende sempre più corpo la possibile intesa tra Pd e M5S per Palazzo Chigi.
“Pare che stia nascendo un governo da un gioco di palazzo che ha le poltrone come collante”, ha detto il ministro dell’Interno, per il quale “pare ci fosse un ribaltone pronto da tempo”. Accanto a Salvini i capigruppo parlamentari della Lega, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, e i ministri delle Politiche Agricole Gianmarco Centinaio e delle Politiche Europee Lorenzo Fontana.
“Inorridisco all’idea che qualcuno voglia smontare quanto fatto in un anno, capiamo ora i perché di tanti no: dalla giustizia, all’autonomia – ha proseguito il leader del Carroccio -. Ad oggi è chiaro che sta vincendo il partito delle poltrone. Il M5S è passato dalla rivoluzione a Renzi”.
“Noi confidiamo che in queste ore si ritenga che ascoltare gli italiani sia la cosa più lineare. La via maestra è il voto”, ha sottolineato Salvini, che ha aggiunto: “In caso di elezioni siamo pronti ad una manovra economica epocale, chi ha paura del voto non ha la coscienza pulita”. “Uno può scappare dal voto nazionale ma non da quello regionale, leggo di alleanze territoriali tra M5S e Pd, lo potevano dire prima. Stanno svendendo il cambiamento e la sovranità del paese”, ha sottolineato il ministro. “Puoi scappare un mese, un anno dal voto ma non per sempre”, ha proseguito.
A chi gli ha fatto notare che probabilmente ha sbagliato almeno la tempistica delle sue mosse, avviando la crisi di governo in pieno agosto, Salvini ha risposto: “Rifarei tutto quello fatto, con il governo dei no non era possibile il taglio delle tasse e portare avanti le infrastrutture, non si poteva tirare a campare. Erano un governo e un parlamento fermo”.
Poi ha gettato acqua sul fuoco rispetto a possibili mobilitazioni di piazza, dopo che nel pomeriggio il ministro leghista della Famiglia, Alessandra Locatelli, aveva affermato: “Nell’eventualità che la Lega vada all’opposizione e si formi un nuovo governo Pd-M5S ci auguriamo che il popolo insorga il prima possibile”. “Io faccio il ministro che si occupa di tranquillità e sicurezza, non di insurrezioni popolari – ha affermato il leader della Lega -.
Non vi sfuggirà il fatto che un governo con il Pd non corrisponde al sentimento popolare, ma io mi occupo di garantire diritti e sicurezza, non organizzo insurrezioni popolari”.