L’Unione europea sembra essere sulla buona strada di una ripresa in chiave ambientalista. Le misure pianificate in nove stati dell’Ue hanno assegnato circa 133 miliardi di euro ad attività a sostegno della transizione verde. Ora spetta all’Italia indicare chiaramente le sue strategie.
Il nostro Paese maggiore beneficiario di NextGenEU, ha previsto di investire circa 70 miliardi di euro sui totali 223,9 miliardi alla rivoluzione verde e la transizione ecologica. Nella proposta di Piano del 12 gennaio, però, non erano ancora indicati gli obiettivi ambientali e dai dossier elaborati dai Servizi Studi della Camera e del Senato del 25 gennaio scorso risulterebbe che al momento sarebbe impegnato solo il 31% dell’ammontare complessivo delle risorse messe in campo dal PNRR, invece che almeno il 37% . A ricordarlo è il wwf, che, rivolgendosi al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi attraverso Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, ha voluto ribadire: “.
Il Governo deve indicare come vuole raggiungere il target di almeno il 37% di azioni per il clima e per la biodiversità, con la prospettiva di decarbonizzazione e sviluppo verde e si deve sottrarre al pericolo dell’uso dell’idrogeno come scappatoia per far rientrare in gioco i combustibili fossili, che sia con la cattura e lo stoccaggio del carbonio o direttamente con il gas. L’idrogeno deve essere ricavato con fonti rinnovabili”.
A preoccupare è il ritardo ad allineare le policy nazionali agli obiettivi europei e il rischio di inclusione di progetti ancora basati sulle fonti fossili nel settore dei trasporti, dell’economia circolare e dell’idrogeno. “Manca una visione forte per la decarbonizzazione e progetti significativi nelle flagship europee: rinnovabili elettriche ed i relativi sistemi di accumulo, elettrificazione dei trasporti, efficienza energetica negli edifici”.
A dirlo è Matteo Leonardi, co-fondatore di ECCO, il primo think tank italiano per il clima e l’energia supportato esclusivamente da risorse filantropiche e pubbliche.
Dalle valutazioni congiunte emerse dal webinar “Il Piano Italiano di Ripresa e Resilienza: analisi comparativa e buone pratiche europee”, promosso in questi giorni dallo stesso ECCO, dal WWF Italia, dal think tank europeo E3G e dall’Istituto Wuppertal, gli obiettivi minimi da inserire nel PNRR sono chiari:
• Nel settore delle rinnovabili, portare almeno 5000 MW di rinnovabili elettriche l’anno, con interventi attenti a previlegiare la difesa del suolo.
• Nel settore dell’efficienza energetica, programmi significativi nell’edilizia privata e negli edifici pubblici.
• Nel settore della mobilità focalizzarsi su mobilità urbana e regionale, messa in sicurezza delle strade l’elettrificazione del sistema dei trasporti,.
• Nel settore industriale serve favorire efficienza energetica ed economia circolare, innovare in idrogeno verde, impostare la decarbonizzazione di acciaio e cemento.
Per permettere una valutazione oggettiva sull’allineamento delle misure nazionali di ripresa con la transizione verde, è stato sviluppato un nuovo strumento ad hoc da Wuppertal Institute e da E3G, il Green Recovery Tracker, una piattaforma online dedicata, che, grazie alla collaborazione con esperti nazionali e settoriali, consentirà alle Nazioni e all’Unione europea di seguire da vicino i diversi processi.