Primo incontro delle delegazioni del M5s e del Pd, per valutare la percorribilità di una intesa fra i due partiti che porti nei tempi brevi indicati dal Capo dello Stato, alla formazione di un governo stabile con un orizzonte di legislatura.
L’accordo fra le due forze politiche che si sono aspramente combattute fino a ieri, appare, alla luce delle rispettive posizioni programmatiche, difficile ma non impossibile.
Ai 5 punti indicati dal Pd come base di discussione, il movimento di Grillo ne oppone 10, che si aprono con la richiesta perentoria del taglio del numero dei parlamentari.
Una scelta, questa, non condivisa dal Pd, ma che potrebbe trovare un punto di mediazione e di superamento in una dislocazione temporale diversa e con il corollario di una contestuale riforma della legge elettorale.
Problemi esistono anche sulle politiche economiche, fra le quali il M5s ripropone l’istituzione di un salario minimo garantito mentre sarà tutto da verificare una possibile convergenza sugli altri punti, che nel documento del M5s spaziano dal conflitto di interessi all’autonomia differenziata per le regioni alla riforma della giustizia.
Certo è che il Presidente della Repubblica che è apparso determinato, non accetterà lungaggini e ambiguità, ivi compresa la sensazione che è affiorata in ambienti del M5s ma esclusa nella riunione dei parlamentari, di adottare la tattica dei due forni: Quello del Pd e quello di un recupero di rapporto con la Lega, per martedì prossimo, comunque tutto dovrebbe essere chiaro se mancassero le condizioni per un governo stabile non resterebbe che l’incarico di un governo tecnico e le elezioni anticipate.