Non c’è contrapposizione ma nemmeno sintonia. Per ora i sindacati della scuola studiano le mosse del Governo con il rischio che si ricreino le stesse tensioni scaturite con l’ex premier Conte e la ministra Azzolina. I problemi rimangono la sicurezza, le vaccinazioni, e più in generale una riforma della scuola che stenta a decollare. L’aria che tira è di attesa con molti dubbi che crescono con le decisioni su come investire i fondi europei.
“Non delusione ma preoccupazione: servono provvedimenti inseriti in un quadro organico che abbia come obiettivo l’apertura dell’anno scolastico, in presenza e in sicurezza già da settembre”, osserva il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi. Con una considerazione che suona già come sorpresa negativa.“Sembra che la politica, come è già successo lo scorso anno, si preoccupi di vivere alla giornata ed eviti la programmazione, anche quella a breve o brevissimo termine. Una politica”, sospetta il leader della Uil Scuola, “più propensa alla narrazione e alla ricerca di consensi che al pensiero di dare risposte collettive, quelle che una volta si definivano ‘ragioni di interesse pubblico’. L’interesse per il Paese dovrebbe portare tutti ad avere un obiettivo comune: “a settembre la scuola deve essere in condizione di svolgere a pieno la sua funzione nei confronti degli alunni e delle alunne che hanno diritto ad avere una scuola in presenza con docenti stabili, come è loro diritto”.
DECISIONI IMPORTANTI PER LE NUOVE GENERAZIONI
Più che di avere una visione ci si preoccupa, per il sindacato, di andare avanti in direzioni esitanti indecise senza chiarezza.
Eppure osserva la Uil, c’è l’occasione del Recovery, o meglio del Next Generation EU merita un dibattito ampio, di qualità. Quindi la storia sui trasferimenti e sulle stabilizzazioni dovrebbe essere solo il presupposto su cui aprire un grande dibattito per rilanciare la scuola costituzionale di questo paese.
“Le decisioni prese – anche quelle non prese – peseranno sulle giovani generazioni”, osserva Turi, “che con la scuola e nella scuola, possono crescere ed essere l’architrave di ogni necessaria transizione verso il futuro. Senza una struttura culturale, una forte identità e un dibattito di livello elevato, difficilmente si potrà traghettare l’Italia verso il futuro economico e sociale”. Per il sindacato é necessario mettere mano al rinnovamento senza perdere i punti di riferimento e i valori su cui la scuola è nata e si deve radicare ancora. “Serve un grande progetto e il ministro Bianchi che ha parlato di anno costituente, è persona in grado di farlo”, sottolinea la Uil, “ma è bene che si occupi di mettere a punto una strategia di sviluppo i cui tempi sono ristretti, ed eviti di perdere eccessivo tempo a dirimere conflitti che meritano altra sede di discussione.
Facciamo appello a tutte le forze politiche e sociali perché si esca da questa palude e si pensi in grande”. Il pensare in grande per l’Unione italiana lavoratori è il patto per l’istruzione e lo sviluppo, si debba fare con le parti sociali e il governo. Un patto che non degradi e non si adatti all’ordinaria amministrazione, che metta strategia e coraggio per approfittare di questa circostanza.
Le risorse europee, il “debito buono”, possono consentire di pensare al futuro che è scuola, è giovani, è alzare il livello della progettazione al livello di una nazione che vuole contare nello scacchiere europeo.
“Oggi ci sono le condizioni”, prosegue la Uil, “e noi faremo di tutto ciò che è nelle sue possibilità per rivendicare, per guardare al sistema entro cui collocare i vari provvedimenti. Sono misure che senza una visione olistica sono destinate a diventare terreno di scontro su cui piantare bandierine.
Serve un’unica bandiera in cui tutti si possano riconoscere.
“Serve un provvedimento organico del Governo”, conclude Pino Turi, “che riassuma le varie fasi per poterle gestire nei tempi necessari all’apertura dell’anno scolastico a settembre con i docenti e i lavoratori al loro posto e nel contempo restituire un clima di fiducia che parta dalla condivisione e da una rinnovata spinta della comunità ducante che ha le energie al suo interno per rilanciare il sistema scolastico e di istruzione”.