Il Decreto del Governo Draghi piace alla Coldiretti. Nel documenti a sostegno delle categorie produttive un capitolo riguarda l’agricoltura, con un incentivo di 300 milioni di euro per tagliare il costo del lavoro. Un aiuto atteso e ritenuto importante per il rilancio.
RISULTATO OTTENUTO
“Abbiamo ottenuto il taglio del costo del lavoro”, commenta il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, “con l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali in agricoltura importante per sostenere le imprese agricole duramente colpite a cascata dalle chiusure della ristorazione”.
L’effetto domino, infatti, si è fatto sentire sull’intera filiera, le chiusure anti Covid hanno bloccato la catena della ristorazione tagliando fuori tutte le eccellenze della enogastronomia.
L’effetto domino, infatti, si è fatto sentire sull’intera filiera, le chiusure anti Covid hanno bloccato la catena della ristorazione tagliando fuori tutte le eccellenze della enogastronomia.
MOLTE FILIERE INTERESSATE
Lo stanziamento nel decreto sostegni approvato dal consiglio dei ministri di ulteriori 300 milioni di euro serviranno per garantire a gennaio l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali delle imprese presenti e in attività su tutto il territorio nazionale. Si tratta di aziende appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura.
“Integrato poi di 150 milioni di euro”, calcola ancora Prandini, “il Fondo del Ministero delle Politiche Agricole finalizzato al sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura”. Gli incentivi sono considerati un aiuto importante perché possono permettere, se la campagna vaccinale e il calo dei contagi lo permetterà, al ritorno della normalità.
“Integrato poi di 150 milioni di euro”, calcola ancora Prandini, “il Fondo del Ministero delle Politiche Agricole finalizzato al sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura”. Gli incentivi sono considerati un aiuto importante perché possono permettere, se la campagna vaccinale e il calo dei contagi lo permetterà, al ritorno della normalità.
IL PESO DELLE CHIUSURE
O almeno alla riapertura di ristoranti e agriturismi.
“Si tratta di misure necessarie di fronte agli effetti della chiusura delle attività di ristorazione che”, ricorda infine Ettore Prandini, “si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco”.