Angelo Bonelli, coordinatore nazionale dei Verdi, è tra i protagonisti del pensiero ecologico italiano. Presente in numerose iniziative, protagonista di progetti a tutela dell’ambiente, parlamentare, e soprattutto, oggi impegnato come coordinatore dei Verdi a verificare se le intenzioni della “Transizione Ecologica” siano solo una idea pubblicitaria del nuovo Governo o un progetto concreto da realizzare. Nella nostra prima intervista per la rubrica “Parlami d’Ecologia”, Angelo Bonelli, entra nel merito dei problemi con competenza e impegno propositivo.
Onorevole Bonelli, l’economia, come ricorda Papa Francesco, dovrà essere sostenibile. Questo termine non deve essere solo inteso nel nome di un ambientalismo ideologico, ma anche come inevitabile motore della crescita. Quale è il suo giudizio, e quali proposte vanno messe in campo?
“Penso che non esiste un ambientalismo ideologico. L’inquinamento delle nostre città rappresenta un’emergenza sanitaria dimenticata che ogni anno causa 52 mila decessi l’anno e che aggredisce in particolare le fasce più deboli come bambini e anziani. Contrastare con politiche rigorose e intelligenti l’inquinamento non solo è necessario ma moralmente doveroso e non è ambientalismo ideologico. Cosa fare? Investire nel trasporto pubblico nelle città, su automezzi elettrici ad esempio. La sostenibilità non è solo ambientale ma anche sociale. Non possiamo realizzare politiche ecologiche se contemporaneamente non lavoriamo alla giustizia sociale a partire dal lavoro e dalla lotta alla povertà”.
Lei è protagonista di numerose iniziative a tutela dell’ambiente, a suo giudizio sarebbe giusto chiedere una integrazione, nell’articolo 1 della Costituzione che parli di rispetto dell’ambiente, come bene comune e come valore della Nazione?
“La modifica della Costituzione per inserire la tutela dell’ambiente e anche la questione priorità della lotta al cambiamento climatico sarebbe una decisione importante e storica. Va detto però che non è un titolo a cambiare le politiche ambientali di un paese ma il grado di maturità e responsabilità della classe dirigente del nostro paese. C’è troppa ipocrisia dietro la questione ambientale. Il M5S a esempio ne ha fatto uno strumento di propaganda dimenticando che hanno governato le politiche ecologiche avendo avuto la guida dei ministeri dei trasporti, dello sviluppo economico, dell’ambiente della salute con risultati disastrosi. Il PD in Emilia Romagna dice no agli impianti eolici ma si alle trivelle petrolio nel mar Adriatico”
Gli investimenti Green con essi l’innovazione e la digitalizzazione, ad esempio, pensiamo alle piccole e medie imprese e, soprattutto, all’agricoltura, oltre ad essere un fenomeno di inclusione sociale, potrebbe dare una spinta importante per la ripresa economica?
“Gli investimenti Green, sono i pilastri per la ripresa economica del nostro paese e dell’Europa. Non dobbiamo dimenticare che la pandemia da Covid-19 ha origine dallo squilibrio ambientale che porta al cosiddetto spill over ovvero del salto di specie del virus da animale a uomo e questo avviene per la promiscuità nel rapporto con il mondo animale e della deforestazione”.
Il Green deal europeo è una meta che coinvolge tutti i comparti; significa che l’ambiente è in tutto ciò che ci circonda e va rispettato. Quasi 70 miliardi sono destinati allo sviluppo sostenibile nel Recovery Plan, Lei ha una sua idea da esternare circa una probabile rimodulazione o implementazione dell’ attuale piano? Se si’, quali i punti?
“Il Recovery Plan è un’occasione storica irripetibile per cambiare in meglio l’Italia e avviare la transizione ecologica. C’è un investimento prioritario da realizzare nel nostro paese ed è quello del trasporto pubblico per affrontare la grave emergenza saniteria dello smog e il congestionamento da traffico delle nostre città. Siamo in grave ritardo rispetto al resto d’Europa nelle infrastrutture per il trasporto pubblico di massa. Disponiamo di 5,3 km per milione di abitanti di rete tramviaria a fronte degli 11,7 Km della Francia e i 23,3 km della Germania. Nel nostro paese abbiamo 234 km di linee metropolitane quando la sola città di Madrid ne ha 290 e la Germania 630 km. L’ultima stesura del PNRR presentato dall’ex premier Conte e trasmesso al Parlamento prevede per il trasporto pubblico la cifra di 7,5 miliardi di euro di cui solo 4,6 aggiuntivi con i fondi europei, mentre il fabbisogno finanziario del trasporto pubblico nel nostro paese è di oltre 50 miliardi di euro”.