Il passaggio in zona rossa del Lazio comporterà una perdita di oltre 57 milioni ogni 14 giorni di chiusura. Lo fa sapere Confartigianato Lazio, evidenziando che per Roma la perdita sarà di oltre 43 milioni e mezzo di euro, per Rieti 1,5 milioni, per Viterbo oltre 3 Milioni, per Frosinone 4,4 milioni per Latina 5,5 milioni. Nel Lazio operano 10.017 attività di acconciatura e 4.437 attività di estetica che sono saranno costrette dal passaggio in zona rossa a sospendere totalmente l’attività.
“Non comprendiamo il motivo per il quale si è stabilita la chiusura in zona rossa delle attività di barbieri e parrucchieri – dice il presidente regionale Michael del Moro – Le imprese di acconciatura in questi mesi hanno applicato con la massima diligenza le linee guida dettate dalle autorità sanitarie e dal Governo, intensificando le già rigide misure previste dal settore sul piano igienico-sanitario, e si sono riorganizzate per garantire la massima tutela della salute degli imprenditori, dei loro collaboratori e dei clienti”.
“Hanno calendarizzato gli appuntamenti, anche con app specifiche, e hanno adottato particolari accorgimenti per i distanziamenti – sottolinea -. Riteniamo semmai più opportuno che vengano tutelati proprio questi operatori, dando loro una corsia preferenziale tra le fasce della popolazione da vaccinare. Colpire le imprese regolari, che in questi mesi hanno fatto importanti investimenti, intensificando le già rigide misure previste dal settore sul piano igienico-sanitario e riorganizzandosi per garantire la massima tutela della salute di tutti, clienti e collaboratori finirà, come accaduto durante il lockdown del 2020, per innescare l’impennata dell’offerta di prestazioni da parte di operatori abusivi che rappresentano la vera minaccia per la salute dei cittadini”.
“L’abusivismo, oltre che danneggiare ulteriormente sul piano economico le aziende in regola, non offre alcuna garanzia sulla salubrità dei trattamenti e dei prodotti utilizzati – viene rimarcato -. Senza considerare che, a fronte di ulteriori misure restrittive, gli imprenditori non possono attualmente contare su alcuna certezza per quanto riguarda gli interventi di ristoro”.