A fronte delle riduzioni di dotazioni organiche nel settore previste dalla legge n. 244/2012 (“Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale”) l’efficienza operativa della sanità militare è stata, comunque, garantita.
Lo rileva la Sezione centrale di controllo sulle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti nella relazione su “Il Servizio sanitario militare” (approvata con deliberazione n. 16/2019/G) nella quale fa le pulci alla sanità militare: “Il sistema della sanità militare, nel corso del 2018, si è avvalso complessivamente di circa 6300 unità, comprendenti medici, infermieri, aiutanti di sanità, tecnici, e relativo supporto logistico operativo, articolato su due aliquote: quella della sanità di sostegno, a carattere ospedaliero e pari a 2.460 unità, e quella di aderenza, operante a contatto con gli appartenenti alla Difesa, pari a 3.838 unità”.
Non si tratta, ovviamente, di un cruccio, bensì della doverosa attività di un organo di rilievo costituzionale che rappresenta uno dei baluardi della tenuta del nostro sistema democratico.
“L’attività di indagine – si legge nel testo – ha richiesto una diffusa rappresentazione del Servizio sanitario militare per evidenziare punti di contatto e di diversificazione con il Servizio sanitario nazionale e porre le premesse per applicare al primo, per quanto possibile – in ragione delle differenti norme di riferimento – e in via sperimentale, alcuni degli standard del secondo”
Nel triennio 2012–2015 sono state effettuate le previste diminuzioni dei costi, con un considerevole calo degli addetti e degli oneri. Questo trend è proseguito nell’ultimo triennio senza particolari problemi. Di qui l’invito della Corte a perseguire i relativi processi attuativi con adeguate pianificazioni.
Il costo complessivo della spesa sanitaria a carico della Difesa, per il 2018, è risultato di 367.818.354 euro, pari a circa lo 0,32% di quella sostenuta dal Servizio sanitario nazionale per lo stesso anno e, rispetto al 2017, in diminuzione di circa 1,2 milioni.
Con riferimento all’efficienza, secondo la Corte, è necessario “perseguire la riduzione delle convenzioni a titolo oneroso, l’ampliamento dei sistemi informativi, il potenziamento dell’attività di ricerca, la semplificazione dei procedimenti di programmazione finanziaria, l’implementazione del principio di “interforzizzazione” e una più intensa sinergia con il SSN”.
Nel corso dell’adunanza della Sezione “è emerso il proposito a cooperare, sia del Ministero della Difesa che di quello della Salute, agevolando, in particolare, le auspicate intese a livello regionale attraverso la stesura di una condivisa cornice regolamentare e dei contenuti di accordi, convenzioni e protocolli”.