domenica, 17 Novembre, 2024
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L’allarme. Vaccinazioni, Paesi in ritardo. Politico.Ue: in Italia al ritmo attuale a fine estate solo il 32% dei cittadini avrà il vaccino. I nodi delle somministrazioni e gli errori di Bruxelles per gli acquisti

La foto è di Getty Images. Una inquietante siringa in primo piano per una iniezione di quelle che si capisce faranno un po’ male, fuori fuoco in secondo piano il volto duro e indeterminato di una infermiera. È il primo impatto visivo di un lungo dettagliato servizio in inglese di PoliticoUe, sito internazionale di news e approfondimenti, dal titolo: “EU countries look abroad for vaccines as doubts in Brussels grow”; “I paesi dell’UE cercano vaccini all’estero mentre crescono i dubbi a Bruxelles”, di Attila Kisbenedek.

Ci raccontano dall’estero che l’Italia dei vaccini ha guai seri. In contrasto con le previsioni del ministro della salute Roberto Speranza che nelle ultime ore ripete ottimista: “Noi già dal primo aprile potremmo avere 13 milioni di vaccinati, e così avremmo già raggiunto la Fase Uno, cioè quella che ci consente di avere il primo impatto epidemiologico”. Dalle info grafiche, dai calcoli e proiezioni di “Politico.Ue”, invece ne esce fuori che il nostro ritardo nelle vaccinazioni sta diventando pericolosamente cronico. Il sevizio scandaglia i percorsi di ogni Nazione.

Stando così, inoltre, il ritmo delle vaccinazioni attuali nessun Paese centrerà gli obiettivi prefissati.
“I paesi dell’UE”, sottolinea il servizio, “devono accelerare la vaccinazione contro il coronavirus per raggiungere l’obiettivo della Commissione europea di raggiungere il 70% degli adulti entro la fine dell’estate”.

L’Italia se rimarrà al ritmo del 4 Marzo avrà la possibilità di vaccinare non il 70% ma meno della metà, ossia il 32% della popolazione. Il ritardo non è solo una questione Italiana, il servizio di PoliticoUe, annota imche “Al ritmo attuale, nessun paese dell’UE si avvicina all’obiettivo di vaccinazione della Commissione entro la fine di settembre”. I ritardi finora sono stati coperti dagli annunci, nella realtà il meccanismo delle vaccinazioni si è inceppato.

La data del 22 settembre come obiettivo per il 70% della popolazione con il vaccino rimane una chimera. In Europa, secondo i calcoli del reportage, la percentuale di adulti che riceverebbero la somministrazione entro la fine dell’estate, – se l’attuale numero di dosi giornaliere rimane invariato -, vedrebbe l’Inghilterra notevolmente avanti, e avrà quasi centrato l’obiettivo per il resto rimarranno indietro – peggio dell’Italia – la Germania e la Francia, che scendono entrambe al 30% della popolazione vaccinata per fine estate. In fondo classifica: Bulgaria, Romania e Belgio.

In merito all’Italia secondo la tabella di marcia fissata ottimisticamente da Bruxelles, dovrebbe avere già da ora il doppio delle vaccinazioni. Alla data del 4 marzo scorso sono state invece, 5.63 persone vaccinate, con la prima dose, ogni 100 abitanti, numero che scende alla metà 2.55 se si considera il richiamo da fare.
Ma dove sono stati commessi gli errori? In cosa ha sbagliato la Commissione Europea e di conseguenza i Paesi membri? Per capirlo bisogna tornare ai mesi di fine estate, quando già nella corsa ai vaccini c’erano più gli annunci che il vaccino certificato e disponibile.

Così Bruxelles seguendo l’idea che chi prima si fa avanti con contratti e soldi, così verrà poi servito, ed ha dato il via libera all’acquisto di 400 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca, ma, come poi è accaduto il vaccino ha avuto un testing laborioso che ha suscitato ritardi. Questioni poi superare che hanno generato tuttavia controversie con un evidente rallentamento di consegne.

Altro passo della Ue, l’acquisto del vaccino Sanofi per 300 milioni di dosi acquistate, ma sono nate anche in questo caso questioni legate alle misurazioni del principio attivo disponibile per ogni fiala. L’Europa ha poi acquistato il vaccino BioNTech/Pfizer, ma solo 200 milioni di dosi e all’Italia, secondo i patti, ne spettano 26 milioni per un totale di 13 milioni di persone da vaccinare con BioNTech/Pfizer.

Infine con il vaccino prodotto dalla Moderna sarà possibile acquistare altre 5 milioni di dosi.

Come noto ora entrerà in campo anche il vaccino russo Sputnik. È stato avviato ufficialmente l’iter di autorizzazione rapida da parte dell’Agenzia europea. A Roma quindi si accelera sperando in una svolta dopo il controllo Ema, e quindi procedere ad acquisti e somministrazioni.

Dai numeri è evidente che ci sono stati errori e sottovalutazioni ma, è giusto rilevarlo, si ha di fronte l’estrema complessità della pandemia, con la super produzione mondiale di vaccini, la sfida delle varianti Covid, le difficoltà delle somministrazioni che in Italia hanno più di un problema organizzativo. Questioni che ora hanno un impatto decisivo sulla campagna anti Covid, sui ritardi, e sui prossimi scenari economici.’

Fonte foto: (Politico.eu)

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