Imprese artigiane sempre più in difficoltà, in bilico tra la voglia di un futuro che si annuncia pieno di sfide e innovazioni, e un presente in cui le difficoltà sovrastano molte speranze.
L’incertezza della pandemia, le chiusure delle attività, le vaccinazioni a rilento, sono i punti nevralgici di una situazione sempre più complessa da gestire che rischia di precipitare. Non ne fanno mistero le imprese e il presidente di Confartigianato Marco Granelli che fa il punto sugli effetti della crisi per l’artigianato e le piccole imprese. Secondo le rilevazioni dell’Ufficio studi confederale quest’anno una impresa artigiana su tre avrà gravi difficoltà nel proseguire l’attività, mentre tra il dicembre 2020 e febbraio 2021 il 15% delle micro e piccole imprese si attende un calo del fatturato superiore al 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Cifre che destano preoccupazioni in particolare per i tempi della ripresa, che si annunciano ancora lunghi. In questa situazione straordinaria e delicata Granelli pone l’accento su un motivo di orgoglio della categoria, del ruolo avuto delle piccole imprese. “Gli artigiani”, osserva il presidente della Confederazione, “stanno anche dando prova di una grande resilienza e attendono l’avvio della campagna di vaccinazione su larga scala che normalizzerà il ciclo economico”. C’è un aspetto che Granelli ritiene strategico, che mostra la capacità degli artigiani a tenere testa alla crisi, la loro attenzione al lavoro ed evitare tagli di personale. Nell’artigianato, infatti, le capacità, le abilità dei collaboratori sono fondamentali. “Abbiamo una bassissima propensione a licenziare”, sottolinea Granelli, “e chiediamo più ammortizzatori sociali e di investire su politiche attive del lavoro e la formazione dei giovani, ampliando le tutele a loro favore per garantire le particolari specificità”. Tuttavia un aiuto va dato e riconosciuto alle piccole imprese.
La richiesta di Confartigianato è chiara: il Governo favorisca l’estensione degli ammortizzatori sociali alle imprese non industriali fino a cinque dipendenti proprio per mantenere le peculiarità del settore. Una sollecitazione che ha una sua ragione, dal momento che sono state proprio le mini imprese ad aver avuto e sopportato i danni maggiori dagli effetti economici della pandemia.
Per quanto riguarda le prospettive, ovvero il ritorno ai livelli pre crisi dei fatturati, secondo la valutazione di Granelli servirà almeno un anno dall’uscita dell’emergenza sanitaria con una ripresa in crescendo nella seconda parte dell’anno. L’obiettivo futuro sarà la tanta annunciata transizione green che dovrebbe fare da traino alla ripresa. Questo almeno la speranza delle imprese. Un giro di boa, tuttavia, che avrà dei costi notevoli per gli artigiani che dovranno ammodernare, sistemare gli immobili, i processi di lavorazione, di smaltimento, e altro. A sostegno di questo passaggio chiedono incentivi ad esempio per la ristrutturazione degli immobili. Fondi che avranno un effetto volano per gli altri comparti produttivi. Tra questi quelli legati alla transizione digitale che dovrà “contaminare” sempre più le piccole imprese. Per ora, tuttavia, sono questioni che si realizzeranno nel futuro, nel presente la lotta per la sopravvivenza di molte imprese è ancora in atto, e la situazione rimane complessa.