“La regionalizzazione della sanità e, quindi la decentralizzazione, non garantisce oggi cure equanimi ai cittadini”. L’avvocato Raffaella Ferrentino, presidente nazionale del movimento “Legalità e trasparenza dalla parte del cittadino” è, da anni impegnata in prima linea per la tutela del diritto alla salute e, alla pari di tante altre personalità intervistate da la Discussione, ritiene che un ritorno all’antico, con lo Stato protagonista, possa migliorare il livello delle prestazioni offerte dal SSN.
Quale è il vostro giudizio complessivo sul SSN?
“Il nostro giudizio sul SSN non è negativo dal momento che la legge istituiva ha sancito obiettivi e valori egualitari sul diritto alla salute sancito dalla Costituzione per cui i principi sono degni ma l’applicazione lascia a desiderare, perché la regionalizzazione ha penalizzato le Regioni del Sud”.
Siete favorevoli o contrari ad un ritorno al sistema più “centralizzato”?
“La regionalizzazione della sanità e, quindi la decentralizzazione, non garantisce oggi cure equanimi ai cittadini. Si assiste ad un divario enorme sia sui costi che sulla qualità dei servizi”.
Quanto pesa su tutto questo l’influenza esercitata dalla politica regionale?
“La politica regionale non è riuscita a dare una valida e corretta applicazione della legge istitutiva del SSN e le conseguenze, purtroppo, sono sotto gli occhi degli italiani quotidianamente. Il tutto in quanto ci si è mossi seguendo un criterio per nulla meritocratico, ad esempio ricercando direttore generali più per compiacenze politiche che non valutando curricula ed esperienze pregresse. Riteniamo che il ritorno ad un sistema centralizzato sia una strada di nuovo percorribile, purché vi siano parametri e regole efficienti”.
La malasanità è solo frutto degli errori del personale sanitario o ci sono anche delle responsabilità “politiche”?
“Io che sono avvocato me ne occupo molto e spesso – mi duole dirlo – per errori medici. Mi sento, comunque, di lanciare un qualche paracadute a quei professionisti che si trovano a lavorare in ambienti malsani e privi di strumentazione adeguata. Questo è assolutamente intollerabile. Occorre cambiare non tanto il sistema ma coloro che si mettono a dirigere e trattare un argomento delicatissimo senza competenze e generano paralisi e disservizi nella sanità”.